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San Tammaro Vescovo

1 settembre

Africa del Nord (data imprecisata) - Benevento, ca. 490

Etimologia: Tammaro = palma da datteri, dall'ebraico

Emblema: Bastone pastorale


Un immigrato dal Nord Africa. Un profugo, arrivato via mare insieme con altri compagni nella regione dell’Agro campano detta Terra di Lavoro (e corrispondente a gran parte dell’attuale provincia di Caserta). Ma quando è arrivato? Un antico documento, la “Vita di san Castrense”, parla del Quinto secolo, dopo l’invasione del Nord Africa da parte dei Vandali di re Genserico (che saccheggerà anche Roma nel 455). Questi ordina una rigida separazione tra la nuova popolazione dei Vandali e i cittadini Romani assoggettati, ed espelle dall’Africa molti preti.
Tra essi, secondo il documento citato, ci sono anche Tammaro e dodici suoi compagni, che dopo aver subito minacce e tormenti vengono imbarcati su una nave e lasciati alla deriva. Giungono fortunosamente sulle coste campane. Di qui i compagni si divideranno, dedicandosi alla predicazione del Vangelo nel Sud dell’Italia. Tammaro ha lasciato ben poche notizie di sé. C’è persino chi lo dice allievo della scuola di sant’Agostino, ma anche qui mancano conferme e documenti certi.
Secondo lo storico capuano Michele Monaco, Tammaro si fa poi eremita nei dintorni di Capua (Caserta). Ma lo vengono a prendere anche nella sua solitudine, e lo acclamano vescovo di Benevento. Troviamo incertezze e difformità su questa nomina, ma è indiscussa la venerazione per Tammaro vescovo, documentata da antichi calendari e dalle molte chiese a lui dedicate in tutta la regione.
Tammaro è uno di quei santi che sembrano aver scelto una sorta di clandestinità, cancellando tracce, lasciando pochissime informazioni sul proprio conto; e tuttavia, misteriosamente, il loro ricordo percorre lo stesso i secoli e i millenni. (Si chiama tuttora Tammaro anche un comune in provincia di Benevento).
Ma un legame particolare ha unito poi il suo nome alla città di Grumo Nevano (Napoli), che oggi rappresenta un importante centro per l’industria dell’abbigliamento. Eredi della secolare devozione a questo santo, già nel XVII secolo gli abitanti di Grumo Nevano lo avevano proclamato loro patrono, portando da Benevento alcune sue reliquie e diffondendone il culto. Tammaro morì probabilmente verso il 490, in età avanzata, e fu sepolto nella sua cattedrale beneventana. Con i successivi rifacimenti del tempio, i suoi resti, con quelli di altri santi, furono collocati in un’arca marmorea. E in quella solida custodia sono rimasti indenni anche sotto il tremendo bombardamento che durante la seconda guerra mondiale distrusse la cattedrale. Una parte delle sue reliquie si trova ora custodita a Grumo, nella chiesa dedicata al santo, e recentemente innalzata alla dignità di basilica.
Nella festa in suo onore vengono esposte in un reliquiario che in un certo senso arriva anch’esso “da oltremare”, come san Tammaro e i suoi compagni, perché è stato donato dai numerosi cittadini di Grumo emigrati negli Stati Uniti.


Autore:
Domenico Agasso


Fonte:
Famiglia Cristiana

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Aggiunto/modificato il 2001-02-01

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