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San Teofilatto di Nicomedia Vescovo

8 marzo

† 845

Giunto a Costantinopoli in giovane età e istruito da San Tarasio, divenne monaco insieme a Michele il Confessore; entrambi furono poi ordinati vescovi rispettivamente di Nicomedia e Synnada. Sotto il patriarca Niceforo e l'imperatore iconoclasta Leone l'Armeno, Teofilatto profetizzò la terribile morte di quest'ultimo per la sua avversione alle immagini sacre, venendo per questo imprigionato e morendo in fortezza nel 845. La sua fama era però legata alle sue innumerevoli opere di carità: Teofilatto si prendeva cura di orfani e vedove, edificava ospedali e rifugi, soccorreva i poveri e lavava le ferite dei malati, dimostrando una generosità senza pari.

Martirologio Romano: A Nicomedia in Bitinia, nell’odierna Turchia, san Teofilatto, vescovo, che, colpito dall’esilio a causa del culto delle sacre immagini, morě a Stróbilon nella Caria.


Teofilatto giunse a Costantinopoli in giovanissima età, proveniente dall’Asia. San Tarasio si prese cura di lui e gli imparti un’ottima istruzione, poi fu promosso patriarca di Costantinopoli ed allora Teofilatto e Michele il Confessore intrapresero la vita monastica nei pressi del Bosforo. Giunto il momento più opportuno Tarasio decise di ordinare vescovi entrambi i suoi discepoli, che vennero destinati rispettivamente a Nicomedia ed a Synnada.
Nell’806 Niceforo succedette a Tarasio nella sede patriarcale e nell’813 divenne imperatore Leone l’Armeno, poi rivelatosi iconoclasta. Niceforo convocò allora alcuni vescovi affinchè con lui facessero visita all’imperatore, il quale riamse però sulle sue posizioni. Teofilatto, presente all’incontro, prese allora la parola: “Lo so che non ti interessi assolutamente della pazienza e della sopportazione di Dio, ma ti avverto che subirai una morte terribile e che non ci sarà nessuno che ti potrà salvare”. L’imperatore furibondo li condannò dunque tutti e Teofilo morì imprigionato in una fortezza nel 845. La sua profezia si era però avverata nel giorno di Natale dell’820, quando Leone fu attaccato a morte nella sua cappella da alcuni nemici e nessuno accorse in suo soccorso.
In vita Teofilo si era distinto per le insigni opere di carità che aveva promosso, nutrendo sempre particolare attenzione per gli orfani e le vedove. Fece edificare ospedali e rifugi, si mostrò sempre generoso con i poveri ed era solito portare con sé dell’acqua per lavare le ferite dei malati che poteva incontrare strada facendo.


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2007-03-08

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