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> Home > Sezione M > Beata Maria dell'Incarnazione (Barbara Avrillot Acarie) Condividi su Facebook Twitter

Beata Maria dell'Incarnazione (Barbara Avrillot Acarie) Madre di famiglia, religiosa carmelitana

18 aprile

Parigi, Francia, 1 febbraio 1566 - Pontoise, Francia, 18 aprile 1618

Barbara Avrillot ebbe il merito di introdurre la riforma carmelitana di santa Teresa d'Avila in Francia. Nata a Parigi nel 1566 da famiglia nobile, studiò dalle Suore Minori dell'Umiltà di Nostra Signora a Longchamp. Fu data in sposa al visconte di Villemor, da cui ebbe sei figli. Ebbe come direttore spirituale san Francesco di Sales e nel 1601 conobbe gli scritti di santa Teresa. Ne fu così colpita da mettersi in moto per portare in Francia le Carmelitane scalze. Il primo Carmelo sorse a Parigi nel 1604, seguito da Pointoise, Digione e Amiens. Tutte e tre le figlie di Barbara presero l'abito. Così fece anche lei nel 1614, dopo la morte del marito, con il nome di Maria dell'Incarnazione. Morì nel 1618 ed è beata dal 1791. (Avvenire)

 

Martirologio Romano: A Pontoise presso Parigi in Francia, beata Maria dell’Incarnazione (Barbara) Avrillot, che, provata madre di famiglia e moglie devotissima, introdusse il Carmelo in Francia e fondò cinque monasteri, finché, alla morte del marito, fece lei stessa professione di vita religiosa.


E’ considerata la “madre e fondatrice del Carmelo in Francia” perché ha contribuito a diffondere più di tutti la riforma carmelitana di s. Teresa d’Avila.
Nacque a Parigi il 1° febbraio del 1566 e si chiamava Barbara Avrillot, figlia del signore di Champlatreux, Nicola Avrillot.
Com’era consuetudine per la nobiltà dell’epoca, appena adolescente fu affidata alle Suore Minori dell’Umiltà di Nostra Signora residenti a Longchamp. Rientrata in famiglia verso i 14 anni non le fu concesso di scegliere la vita religiosa e quindi a 16 anni fu data in sposa al visconte di Villemor, Pietro Acarie, signore di Montbrost e di Roncenay uomo di intemerati costumi.
Iniziò per lei la vita matrimoniale e di madre, avendo poi avuto sei figli, dando esempio a tutti della possibilità di vivere una vita religiosa e conforme ai comandamenti di Dio, pur essendo impegnata come madre e moglie, adempiendo i suoi doveri anche nella conduzione della casa e nei confronti dei dipendenti, prova vivente di come i coniugi cristiani possano proseguire insieme nella via della santità.
Si prodigò attivamente ad aiutare i bisognosi, specie nell’assedio di Parigi del 1590, durante le guerre di religione, che videro in campo gli Ugonotti ed i cattolici con l’intervento militare degli spagnoli, sotto il regno di Enrico IV.
Fu figlia devota della Chiesa e partecipò all’azione di contrasto contro l’eresia protestante che cercava di estendersi in Francia. Dio la favorì con grazie mistiche straordinarie ma anche mandandole prove esteriori ed interiori. Il re Enrico IV esiliò il marito da Parigi, dopo la disfatta della Lega cui apparteneva, le ingratitudini ferirono il suo cuore, ma ella combatté affinché suo marito fosse riabilitato, la lotta durò quattro anni, alla fine dei quali la famiglia si ricompose e le proprietà restituite.
Conobbe s. Francesco di Sales il quale l’approvava e le faceva da guida spirituale. Nel 1601, letti gli scritti di s. Teresa di Gesù volle, lei laica, fare di tutto per introdurre in Francia la riforma carmelitana, nel 1602 raccolse le prime vocazioni, ottenne le autorizzazioni dal re, da cui era tenuta in grande considerazione, e nel 1603 papa Clemente VIII ne autorizzò la fondazione e quindi costruì il primo monastero.
Dalla Spagna, il 29 agosto 1604, giunsero sei Carmelitane Scalze fra cui una futura beata Anna di s. Bartolomeo e una futura Serva di Dio, Anna di Gesù, e il 17 ottobre poté così iniziare a Parigi la regolare vita monastica.
Barbara Avrillot ebbe la felicità di vedere entrare nel Carmelo tutte e tre le sue figlie e l’espandersi delle sedi anche a Pontoise, Digione, Amiens nel 1605/06. Nel 1613, il marito Pietro si ammalò gravemente e dopo nove giorni morì con la pace dell’uomo giusto, assistito dalla santa vedova confortata dalla celeste conferma della sua salvezza eterna.
Il 7 aprile 1614, libera ormai da ogni dovere e legame terreno, entrò nel Carmelo di Amiens come conversa, prendendo il nome di Maria dell’Incarnazione. Visse la sua vita di clausura con umiltà lavorando in cucina, assistendo le sorelle ammalate, soffrì molto per le incomprensioni sorte con l’avvento di una nuova priora proveniente da un altro Carmelo, ebbe molte estasi e visioni che la confortavano nelle sue lunghe malattie e sofferenze.
Per la cagionevole salute fu trasferita nel Carmelo di Pontoise il 7 dicembre 1616 e qui dopo lunga malattia rese l’anima a Dio il 18 aprile 1618; il suo corpo riposa nella cappella dello stesso convento.
Le vicissitudini legate al decreto di papa Urbano VIII, fecero sì che la causa di beatificazione venisse ripresa e aperta solo nel 1782 e conclusa con la cerimonia di beatificazione da parte di papa Pio VI il 5 giugno 1791.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2002-03-21

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