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Beata Mafalda di Portogallo Principessa, Badessa di Arouca

1 maggio

1184 - 1257

Si ritirò nel celebre monastero di Arouca. Promosse la riforma del monastero chiamando le monache cistercensi, anch’essa vestì il loro abito. Ebbe molta notorietà la sua vita austera, il digiuno continuo, la veglia in preghiera di parecchie notti, il dormire sulla nuda terra. Favorì lo stabilirsi dei Francescani e dei Domenicani in Portogallo, si recava spesso a venerare l’antica immagine della Madonna posta nella cattedrale di Porto, al ritorno da uno di questi pellegrinaggi si ammalò gravemente per poi morire nel 1257.

Etimologia: Mafalda = Matilde (portoghese), forte in combattimento.

Martirologio Romano: Ad Arouca in Portogallo, beata Mafalda, vergine, che, figlia del re Sancio I, rigettato il matrimonio per invaliditā, si fece monaca e introdusse nel suo monastero la riforma cistercense.


Il nome di battesimo le viene dalla nonna paterna, Mafalda di Savoia, figlia di Amedeo III e moglie di Alfonso-Enrico, primo re del Portogallo, che è indipendente dal 1145. Lei invece è figlia di Sancio, secondo re portoghese, che muore nel 1211, lasciando la reggenza alla regina vedova e il potere effettivo al ministro Nuñez de Lara. Ed è a questo punto che entra in scena la giovane Mafalda. Anzi, in scena l’ha trascinata Nuñez, in nome della ragion di Stato: al Portogallo, fortemente impegnato nella guerra di reconquista contro gli arabi, è assolutamente indispensabile una stretta amicizia col confinante regno di Castiglia. E, per le buone amicizie, un matrimonio è quello che ci vuole; sicché - decide il ministro - Mafalda sposerà Enrico I di Castiglia: e non importa se lui è un ragazzino più giovane di lei (destinato a morire per una disgrazia nel 1217).
A questo punto interviene papa Innocenzo III, per mezzo del suo legato, che impedisce il matrimonio (o forse lo annulla) perché Enrico e Mafalda sono parenti. Roma si immischia negli affari portoghesi perché questo regno, staccandosi da quello di Castiglia e León al tempo di Alfonso-Enrico, si era dichiarato vassallo della Santa Sede per averne protezione. Insomma, tutto va a monte e Mafalda finisce in convento.
Sembra una definitiva uscita di scena per la principessa. Invece Mafalda diventa protagonista proprio ora che si ritira come ospite nel monastero di Tarouca. Lì dentro deve notare molte cose storte; e che non sia tipo da sopportarle appare chiaro, quando decide di far piazza pulita di gerarchie e usanze, chiamando sul posto nel 1222 le monache cistercensi, dalla disciplina senza sconti. Diventa anzi una di loro. Poi si dà a creare ospizi e case religiose nei territori devastati dalla guerra, partecipando al grandioso sforzo collettivo per restituire vivibilità e fertilità alle campagne abbandonate. Lascia il monastero solo per i pellegrinaggi a Porto (Oporto) nella cattedrale, iniziata dalla nonna di cui porta il nome. Colpita da malattia in uno di questi viaggi, muore nel monastero in umiltà totale, coricata sulla cenere e col cilicio ai fianchi. Presto si comincia a parlare di miracoli avvenuti lì, presso la sua tomba. Una riesumazione del 1617 mostra il corpo ancora intatto. Papa Pio VI, nel 1793, ne autorizza il culto nelle comunità cistercensi.


Autore:
Domenico Agasso


Fonte:
Famiglia Cristiana

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Aggiunto/modificato il 2002-02-26

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