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Santi Ipazio, Asiano e Andrea Martiri

20 settembre

† 740 circa

Martirologio Romano: A Costantinopoli, santi martiri Ipazio e Asiano, vescovi, e Andrea, sacerdote, che per aver difeso il culto delle sacre immagini sotto l’imperatore Leone l’Isaurico, dopo crudeli e atroci torture, furono dati in pasto ai cani.


Santi IPAZIO, vescovo, e ANDREA, prete, martiri a Costantinopoli.

Non si conserva alcuna passio di questi martiri. Secondo la notizia dei sinassari bizantini, al 20 o al 21 settembre, essi erano entrambi originari della Lidia, ma erano stati mandati in Tracia per studiare e ricevere la loro educazione. Sembra, inoltre, che fossero ritornati nel loro paese d’origine, Ipazio per abbracciare la vita monastica ed Andrea per entrare fra il clero in qualità di lettore.
La loro virtù era tale che il metropolita d’Efeso (diocesi d’Asia), avendo udito parlare di loro, li fece venire per ordinare Ipazio vescovo e Andrea prete. Non si comprende perché spettasse al metropolita di Efeso di conferire loro gli ordini sacri dato che la Lidia dipendeva dal metropolita di Sardi. È tuttavia proprio dalla Lidia che l’imperatore (si era al tempo di Leone III l’Isaurico [717-741] e della persecuzione iconoclasta) li fece venire nella capitale imperiale.
La notizia dei sinassari riporta in seguito il loro martirio, senza far menzione di una qualche forma di giudizio. Dopo una prima serie di tormenti, l’indomani, fu loro strappato il cuoio capelluto e sul cranio furono bruciate alcune sante icone. Quindi le loro barbe furono cosparse di pece e si fece fare loro il giro di una parte della città; dopodiché, nel quartiere di Xirolofo, furono dati in pasto ai cani.
C. Baronio, che era venuto a conoscenza delle figure di questi martiri attraverso i sinassari bizantini, ne introdusse, arbitrariamente, la memoria non al 20 o al 21 settembre, neanche al 22, come lui pretende d’aver visto nei sinassari, ma al 29 agosto, trasformando peraltro i particolari del martirio: egli dice, infatti che le barbe di Ipazio e di Andrea furono cosparse di pece e di incenso e conclude dicendo che i due martiri furono sgozzati. Non è esatto inoltre, come egli afferma, che il martirio dei due santi sia descritto negli Acta di santo Stefano il Giovane.
È interessante notare ciò che la notizia dei sinassari bizantini è divenuta nel Sinassario Alessandrino di Michele, vescovo di Atrib e Malig. La si ritrova allo stesso giorno, cioè il 23 tut (= 20 settembre), ed il nome di Ipazio, trascritto primitivamente Ubatiyus, è divenuto, dopo una trasposizione dei punti diacritici, Unatiyus o Unaniyus. Se questa trasformazione onomastica si può spiegare paleograficamente, non è così per ciò che è detto dei martiri che vengono addirittura trasportati in tutt’altra epoca.
Secondo detta notizia Ipazio ed Andrea erano oriundi di Lydda in Palestina e avevano abbracciato la vita monastica in un monastero di quella regione. Quindi si erano recati presso l’abba Macario (cioè, sembra, in Egitto) dove rimasero per tre anni sotto la sua direzione. La loro fama di carità e ascesi era così grande che Ipazio venne eletto vescovo e Andrea ricevette il sacerdozio. Di fronte al loro zelo pastorale l'imperatore Giuliano l'Apostata (361-363) li fece arrestare e dopo il loro rifiuto di abbandonare la fede cristiana per il culto degli idoli li sottopose a crudeli tormenti durante i quali trovarono la morte. La traduzione geez del Sinassario Alessandrino ha conservato al giorno corrispondente del 23 mascaram la loro commemorazione con la stessa notizia.
Non sembra che Leone l'Isaurico compaia mai in detto Sinassario ed è quindi probabile che il redattore della notizia abbia preferito introdurre il nome di un imperatore appartenente ad un periodo precedente che gli era nello stesso tempo più familiare.
 


Autore:
Joseph-Marie Sauget


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2018-03-12

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