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Beato Francesco Saverio Seelos Sacerdote redentorista

4 ottobre

Fussen, Baviera, 11 gennaio 1819 - New Orleans, Stati Uniti, 4 ottobre 1867

Francesco Saverio Seelos nacque l'11 gennaio 1819 a Füssen (Baviera, Germania). Frequentò il ginnasio nell'Istituto di Santo Stefano a Augsburg. Ricevuto il diploma nel 1839, proseguì gli studi a Monaco di Baviera. Entrò in seminario il 19 settembre 1842. In questo tempo conobbe i missionari della Congregazione del Santissimo Redentore. Decise così di entrare nella Congregazione, chiedendo di lavorare come missionario negli Stati Uniti per gli immigrati di lingua tedesca. Ricevuto l'assenso il 22 novembre 1842, l'anno seguente, il 17 marzo, partì dal porto di Le Havre, in Francia, per giungere a New York il 20 aprile 1843. Il 22 dicembre 1844 fu ordinato sacerdote nella chiesa redentorista di San Giacomo a Baltimora, nel Maryland. Fu poi trasferito a Pittsburgh in Pennsylvania nella parrocchia di Santa Filomena, dove rimase nove anni, collaborando come viceparroco di Giovanni Neumann, il superiore della comunità. Nel 1854, da Pittsburgh fu trasferito a Baltimora, poi a Cumberland (1857) e ad Annapolis (1862). Nel 1866 fu assegnato alla comunità di New Orleans in Louisiana, dove morì il 4 ottobre 1867. (Avvenire)

Martirologio Romano: A New Orleans in Louisiana negli Stati Uniti d’America, beato Francesco Saverio Seelos, sacerdote della Congregazione del Santissimo Redentore, originario della Baviera, sempre attento alle necessità dei fanciulli, dei giovani e degli immigrati.


Non dovevano andare a gonfie vele gli affari di quel commerciante di tessuti, se un bel giorno diede un calcio alla sua attività a se ne andò a fare il sacrestano. Come a dire: meglio uno stipendio modesto, ma sicuro, che un’attività più redditizia ma dal guadagno incerto. E di un’entrata sicura doveva aver certamente bisogno quel padre di dodici figli, che faceva i salti mortali per riuscire almeno a togliere loro la fame. Senza contare che, magari, fu proprio il suo lavoro di sacrestano a far nascere nel cuore di uno dei suoi figli il desiderio di diventare prete. Siamo in Baviera (Germania), precisamente a Fussen, dove questo ragazzo nasce l’11 gennaio 1819 e dove viene battezzato lo stesso giorno. Finite le elementari, proprio negli anni in cui papà diventa sacrestano, ecco spuntare una vocazione, al principio timida, che ha bisogno dell’incoraggiamento dell’arciprete. Studia da esterno e riesce anche bene, dimostrando intelligenza e capacità non comuni. Non appena, a 23 anni, entra in seminario per studiare teologia, conosce i Redentoristi, la congregazione fondata da S. Alfonso Maria de Liguori: ne resta talmente affascinato che tre mesi dopo è dei loro. Ad attirarlo è stato il carisma della congregazione, particolarmente orientata all’evangelizzazione degli ultimi, e la richiesta pressante, che arriva da oltre Oceano, di sacerdoti che si dedichino all’assistenza spirituale dei lavoratori di lingua tedesca emigrati negli Stati Uniti. E così , a 24 anni, si imbarca alla volta di New York. Dopo l’ordinazione lo mandano in Pennsylvania e, per gli scherzi della Provvidenza che spesso fa incontrare e coabitare i santi, diventa a Pittsburg collaboratore di Giovanni Neumann, oggi santo. Tra i due nasce subito un’intensa collaborazione e il pretino si fa dirigere spiritualmente dal suo superiore, che oltre ad accompagnarlo nei primi passi del sacerdozio, lo indirizza anche decisamente sulla strada della santità. I parrocchiani scoprono subito che il nuovo arrivato è affabile, disponibile al massimo, con un sorriso sempre stampato in faccia e con un debole particolare per i poveri. Predica bene e si fa capire da tutti, perché il suo stile è semplice e lineare come la sua vita. Davanti al suo confessionale comincia a formarsi una coda di penitenti, che arrivano anche da altre parrocchie e da altre città, perché si rivela un’eccellente guida spirituale, oltre ad essere un sacerdote che ascolta le confessioni “in tedesco, in inglese, in francese, dei bianchi e dei neri”. Il prete dal perenne sorriso e dalla pazienza infinita aiuta tutti a fare della confessione un incontro vivo con Gesù, paziente e misericordioso: è questa una fama che si porta dietro nei suoi vari spostamenti, da Baltimora a Cumberland, da Detroit a New Orleans. Poco più che quarantenne viene proposto come candidato vescovo di Pittsburg, ma scrivendo addirittura a Pio IX riesce ad evitare “questa calamità”. Nel 1866 viene nominato parroco di New Orleans, dove è destinato a fermarsi appena un anno: visitando e curando le vittime dell’epidemia di febbre gialla, si ammala anche lui e muore il 4 ottobre 1867, ad appena 48 anni. Neanche da morto si dimentica però di essere affabile e cortese e, a cominciare da Pittsburg, si segnalano grazie e miracoli per sua intercessione, che portano Giovanni Paolo II°, il 9 aprile 2000, a proclamare beato Padre Francesco Saverio Seelos, il parroco che sorrideva sempre e si faceva benvolere da tutti.


Autore:
Gianpiero Pettiti

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Aggiunto/modificato il 2008-01-04

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