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San Cipriano di Genouillac Abate

9 dicembre

Martirologio Romano: Nel monastero di Genouillac presso Périgueux in Francia, san Cipriano, abate, insigne per la dedizione ai malati.


Gregorio di Tours, dopo aver definito Cipriano uomo «di grande santità», dice di lui: «Gli è accaduto molte volte di guarire le mani deboli, di rendere ai paralitici l'uso delle loro membra e la vista ai ciechi. Tre lebbrosi hanno recuperato la salute grazie alle sue unzioni. E al presente non è raro che dei malati si vedano guariti pregando con fede sulla sua tomba».
Adone, che compose l'elogio seguendo Gregorio, nel suo Martirologio lo menziona al 9 dicembre, certo arbitrariamente; alla stessa data Usuardo pose la memoria del santo abate e così pure le poche Chiese che lo celebrarono.
Altri particolari sulla figura di Cipriano sono dati dalle Vitae di sant'Amando e di san Soro: secondo questi testi, tre giovani dell'Alvernia, e cioè Soro, Amando e Cipriano, al tempo di Clotario I (511-61) si posero sotto la direzione di Savalone, abate del monastero di Genouillac. Dopo tre anni essi si ritirarono in un luogo appartato, noto come Ad petras levatas (Peyrelevade), ma poi si separarono per vivere in solitudine. Soro (il cui nome, da allora, significò «eremita» in lingua celtica), si ritirò a Terranova, Amando e Cipriano in località che presero poi nome da loro (St. Amand-de-Coly e St. Cyprien, in Dordogna); Soro guarì dalla lebbra il re di Borgogna, san Gontrano (561-92), e, alla sua morte, fu sepolto da Cipriano e Amando.
Secondo un'altra fonte, Cipriano visse al tempo di Carterio, vescovo di Périgueux, che partecipò al concilio di Macon del 585: accettando questi dati cronologici, si dovrà ammettere che fu contemporaneo di Gregorio di Tours, ma che morì prima del 587, anno in cui questi iniziò la composizione dell'In gloria confessorum.


Autore:
Denys Guillaume


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2011-09-13

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