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> Home > Sezione Venerabili > Venerabile Maria Antonia del Sacro Cuore di Gesù (Rachele Lalia) Condividi su Facebook Twitter

Venerabile Maria Antonia del Sacro Cuore di Gesù (Rachele Lalia) Vergine, fondatrice

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Misilmeri, Palermo, 17 maggio 1839 – Ceglie Messapica, Brindisi, 9 aprile 1914

Rachele Lalia, nativa di Misilmeri presso Palermo, entrò diciassettenne nel convento delle monache domenicane della sua città, assumendo il nome di suor Maria Antonia del Sacro Cuore. Superiora del convento per 24 anni, si sentì ispirata a scrivere ai potenti del suo tempo: a Napoleone III chiese di difendere il Papa, mentre allo zar Alessandro II domandò di poter aprire un collegio a San Pietroburgo. Dopo aver abbandonato quel progetto, trasferitasi a Roma, fondò la Congregazione delle Suore Domenicane Missionarie di San Sisto Vecchio, con carisma missionario ed ecumenico. Morì a Ceglie Messapica il 9 aprile 1914, a 74 anni. È stata dichiarata Venerabile con decreto del 5 giugno 2015.



Nacque a Misilmeri in provincia di Palermo il 17 maggio 1839 da una famiglia molto religiosa. Trascorse l’infanzia a Palermo ma a 15 anni, a causa della sua malferma salute, fu affidata alle Suore Domenicane di Misilmeri. A 17 anni vestì l’abito di San Domenico nel collegio di Maria a Misilmeri e dopo pochi anni ne divenne superiora. Riedificò il Monastero e vi fondò la Scuola Elementare e curò la preparazione delle suore maestre.
Zelava la Gloria di Dio e con il beneplacito delle Autorità ecclesiastiche si spinse fino a Roma, perché voleva andare in Russia, dove fondare dei collegi ed educare l’infanzia povera, quindi dare inizio al movimento di ritorno all’unità della Chiesa. Purtroppo i suoi piani furono stroncati da padre Alberto Lepidi, che le disse: «In Russia andranno le tue figlie, non tu. La tua Russia sarà Roma». Il 17 gennaio 1893 madre Lalia entrava giuliva nell’abbandonato convento di San Sisto Vecchio a Roma e dava inizio alla nuova fondazione e all’opera educativa.
La vita di suor Maria Antonia Lalia fu un continuo olocausto a Dio che con il pensiero e l’amore abbracciava la Croce. Fu assidua e fervente la sua preghiera, la sua attività intensa e tanto coraggiosa che spesso veniva ricambiata dallo Spirito con interventi e doni straordinari. Da qui la fortezza, la fiducia alla santa provvidenza e la profonda umiltà nell’accettare tutte le prove.
In questo stato di santo abbandono rese l’anima a Dio la notte del Giovedì Santo, il 9 Aprile 1914, nell’istituto del Sacro Cuore di Ceglie Messapica (Brindisi). Dal 1939 le sue spoglie mortali riposano nell’Aula Capitolare del Convento di San Sisto, dove san Domenico aveva posto le basi dell’ordine domenicano e suor Maria Antonia Lalia quelle della sua congregazione.
Oggi le opere di madre Lalia sono ben visibili in diverse scuole, conventi sparsi in tutta italia e nell’America Latina. Scrive suor Maria Rosa Lo Proto OP, nel libro dedicato a suor Maria Atonia Lalia: «Oggi noi sue figlie viviamo nella luce del suo ricordo e la sentiamo presente nelle nostre opere, nella quotidianità della nostra vita, in tutte le case della congregazione, dove siamo impegnate per attuare il carisma missionario ed ecumenico, varie regioni d’Italia, in Messico, Guatemala, Honduras. Perù e Russia».


Autore:
Antonino Cottone

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Aggiunto/modificato il 2015-06-19

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