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Beato Sadoc e 48 compagni Martiri domenicani

2 giugno

† Sandomierz, Polonia, 2 giugno 1260

Nel Capitolo Generale del 1221, il Santo Patriarca Domenico inviò in Ungheria il Beato Paolo, per fondarvi quella Provincia, dandogli quattro compagni, uno dei quali fu Sadoc. Una notte Sadoc udì i lugubri ululati del demonio che prevedeva quante anime gli avrebbero strappate quei nuovi apostoli, i quali, a quel grido d’inferno, si sentirono animati da più generoso ardore. Dopo aver percorsa l’Ungheria predicando e fondando Conventi, Sadoc fu chiamato a reggere quello di Sandomierz, in Polonia, sua patria. Nel 1260 la città fu invasa dai Tartari. Una notte i padri, dopo aver cantato Mattutino, si disposero ad ascoltare il Martirologio. Un novizio lesse a voce alta: “Sandomiriae Passio quadraginta novem Martyrum”. Un trepido stupore si dipinge su tutti i volti: Sadoc, il santo Priore, compreso l’avviso celeste, preparò i fratelli al sacrificio. Alla sera di quel giorno, dopo Compieta, i frati, mentre cantavano la Salve Regina, furono assaliti dai Tartari e trucidati. Uno solo era fuggito spaventato, ma sentendo i compagni terminare in cielo il canto incominciato in terra, commosso, tornò in chiesa per ricevere la stessa palma. Di questo avvenimento glorioso ha avuto origine la bellissima consuetudine di cantare la Salve Regina al letto dell’agonia degli appartenenti all’Ordine Domenicano, per chiedere a Maria che mostri loro finalmente il frutto del suo seno, Gesù. Papa Pio VII il 18 ottobre 1807 ha permesso il loro culto, già ampiamente diffuso. Infatti, dal 1295, se ne celebrava la memoria nella locale chiesa di Santa Maria.

Martirologio Romano: A Sandomierz sulla Vistola in Polonia, beati Sadoc, sacerdote, e compagni dell’Ordine dei Predicatori, martiri, che, come si tramanda, furono uccisi dai Tartari, mentre cantavano l’antifona ‘Salve Regina’, salutando così in punto di morte la Madre della Vita.


Esistono tuttora delle perplessita da parte degli storici circa l’identificazione del Beato Sadoc. Molti lo ritengono ungherese anziché polacco, presumibilmente uno dei novanta martiri domenicani in Ungheria che per mano dei Tartari “furono uccisi o con la spada o trafitti da frecce o trapassati da lancia; altri volarono al Cielo bruciati”, come asseriscono le “Vitae Fratrum”. In esse è citato fra Sadoc, in seguito priore a Zagabria, inviato da San Domenico in Ungheria dopo il secondo capitolo generale dell’ordine del 1221 insieme a fra Paolo ed altri tre confratelli, tacendo però circa le sue presunte origini polacche ed il suo martirio. Il Taegio nel “De insigniis” include tra i martiri della provincia ungherese anche il piore Sadoc, messo a morte con altri quarantotto frati: “Frater Sadoc, vir devotus et sanctus, quum in prenominatis provinciis Christi fidem verbo et exemplo predicaret, cum quadraginta octo fratribus cum martyrii palma celos gloriosus ascendit”.
Il Loenertz asserisce che forse si tratterebbe del medesimo personaggio cui talvolta vengono associati ben 93 o 94 compagni di martirio. L’Alberti invece conferma i numeri forniti nel “De insigniis”. Bisogna notare come né il Taegio, né l’Alberti considerino Sadoc polacco, ma solo nel 1556 il catalogo di Ususmaris censisce “Sadoc Polonus”. Il Loenertz non sa spiegarsi ciò ed ipotizza che alcuni autori abbiano arbitrariamente messi in rapporto Sadoc ed i suoi compagni con i martiri domenicani di Sandomierz in Polonia. Le antiche fonti relative a questi ultimi ignorano i loro nomi ed il loro numero.
A smentire tali perplessità concorrono, però, non solo l’ininterrotta tradizione domenicana, ma anche l’indulgenza che Papa Alessandro IV concesse a tutti coloro che il 2 giugno di ogni anno avessero visitato la chiesa domenicana di Sandomierz, nonché l’indulgenza plenaria che Bonifacio VIII nel 1295 accordò per la festa di questi martiri celebrata in Roma presso la chiesa di Santa Maria “ad Martyres”. Inoltre nel 1959 l’antropologo Sarama intraprese degli scavisotto il convento di San Giacomo a Sandomierz, rinvenendo così parecchi scheletri, alcuni dei quali riportanti evidenti tracce di armi taglienti e frammenti di giavellotti. Il regime comunista polacco interruppe però la sua opera. Infine è doveroso sottolineare come sia ambigua l’interpretazione del termine Ungheria utilizzato nelle “Vitae Fratrum” nel 1260, anno del martirio di Sadoc e compagni. A quel tempo l’Ungheria non era il piccolo staterello di oggi, ma comprendeva anche alcune zone limitrofe, poi passate alle vicine nazioni, e ciò potrebbe spiegare la non corcondanza fra le varie indicazioni geografiche.
La tradizione dell’Ordine Domenicano vuole che durante l’invasione tartara del 1259-60 Sadoc fosse priore del convento domenicano di Sandomierz e, la vigilia dell’espugnazione della città, il novizio addetto alla lettura del martirologio avrebbe esclamato fra lo stupore generale: “Sandomiriae, passio quadraginta novem martyrum”. Così avvenne: l’indomani, 2 giugno 1260, i Tartari irruppero nella chiesa di San Giacomo per sterminare Sadoc ed i suoi confratelli, intenti a cantare la Salve Regina. Proprio parafrasando tale antifona maria l’orazione liturgica nella festa dei martiri recita infatti: “Ti mostri a noi, Signore Gesù, dopo questo esilio la clemente e misericordiosa Vergine Maria, tua Madre, che il beato Sadoc e i suoi compagni non cessarono d’invocare mentre l’aggressione dei nemici meritava loro la sospirata palma del martirio”. Da ciò nacque l’uso per i domenicani di cantare la Salve Regina al capezzale dei frati moribondi.
Papa Pio VII il 18 ottobre 1807 confermò il culto che da tempo immemorabile era tributato a questi gloriosi martiri.

Ecco l’elenco completo dei 48 presunti compagni di martirio del Beato Sadoc:
- Paolo, vicario
- Malachia, predicatore del convento
- Andrea, elemosiniere
- Pietro, custode dell’orto
- Giacomo, maestro dei novizi
- Abele, sindaco
- Simone, penitenziere
- Clemente
- Barnaba
- Elia
- Bartolomeo
- Luca
- Matteo
- Giovanni
- Filippo
i diaconi:
- Gioacchino
- Giuseppe
- Stefano
i suddiaconi:
- Taddeo,
- Mosè
- Abramo
- Basilio
i chierici:
- David
- Aronne
- Benedetto
- Onofrio
- Dominico
- Michele
- Mattia
- Mauro
- Timoteo
i professi studenti:
- Gordiano
- Feliciano
- Marco
- Giovanni
- Gervasio
- Cristoforo
- Donato
- Medardo
- Valentino
i novizi:
- Daniele
- Tobia
- Macario
- Raffaele
- Isaia
i frati conversi:
- Cirillo, sarto
- Geremia, calzolaio
- Tommaso, organista


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2007-05-31

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