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Beata Caterina Jarrige Domenicana

4 luglio

Domus, 1754 - Mauriac, 4 luglio 1836

Nel 1789, durante la Rivoluzione Francese aiutò molti sacerdoti che non avevano aderito alla costituzione civile del clero, provvedendo loro con un rifugio, viveri, ma soprattutto trovando il pane e il vino necessari per la celebrazione del sacrificio eucaristico. Li prelevava di notte, nascosti nelle foreste della valle d’Auze, e li accompagnava nelle famiglie dove si richiedeva l’amministrazione dei Sacramenti. Nel 1794 fu processata ed imprigionata. Fu liberata grazie ad un insurrezione popolare. Del resto non temeva di morire e affermava che sulla ghigliottina avrebbe ballato come negli anni giovanili. Accolta nel Terz’Ordine dei Predicatori, imitò Santa Caterina da Siena, soprattutto con un intenso amore per l’Eucaristia e la difesa dei suoi ministri perseguitati, intrepida nella confessione di fede e di amore per la Chiesa.

Martirologio Romano: A Mauriac presso il monte Cantal in Francia, beata Caterina Jarrige, vergine, che, membro del Terz’Ordine di San Domenico, rifulse nell’aiuto ai poveri e ai malati; al tempo della rivoluzione francese, difese con ogni mezzo i sacerdoti dai rivoltosi che li ricercavano e si recò a far loro visita in carcere.


“Catinon - Menette” (Caterina la monaca) fu il nome che gli abitanti delle zone francesi in cui operava le avevano dato; anticipatrice della laicità attiva nel campo religioso, contemporanea a quel vasto fenomeno che vide sia in Italia, in particolare a Napoli, sia in Francia, il proliferare delle cosiddette ‘monache di casa’, donne votate alla vita religiosa ma vivendo nel mondo laico, il più delle volte nella propria casa.
Nacque a Doumis (Cantal) il 4 ottobre 1754 da Pietro Jarrige e Maria Célarier, settima ed ultima figlia, non aveva ancora dieci anni che dovette adattarsi a fare la domestica, poi passò al lavoro di merletto; il suo carattere vivace la spinse per un certo tempo ad una vita più mondana e frivola pur mantenendo la fede nei principi cristiani.
Le considerazioni sulla morte e il richiamo della Madonna la ricondussero nel 1778 sulla retta via, allora si iscrisse al Terz’Ordine Domenicano, prendendo ad esempio di santità ed azione s. Caterina da Siena, prese ad aiutare i poveri, consolare gli ammalati e ad assistere i moribondi, prendendosene cura anche dopo morti.
Il suo campo d’azione trovò terreno fertile negli sconvolgimenti creati dalla Rivoluzione Francese (1792), gli Ordini religiosi erano stati sciolti e schiere di consacrati erano finiti alla Santé o alla ghigliottina, le Confraternite soppresse, il clero ‘refrattario’, cioè quegli ecclesiastici che avevano rifiutato l’adesione alla ‘Convenzione civile del clero’ era condannato alla deportazione o alla reclusione.
E qui Caterina dimostrò tutto il suo eroismo e astuzia, mentre diventava l’angelo delle prigioni, cercò di aiutare, nascondere e servire i preti ricercati dalla Rivoluzione. Fu chiamata a questo punto “Menette” dei preti e considerata dai rivoluzionari come una fanatica ad oltranza, una nemica dichiarata della Rivoluzione, della libertà, dell’uguaglianza e della repubblica.
Per questo fu arrestata e processata (1794) più volte, ma sempre liberata per l’intervento tumultuoso del popolo; passata la bufera rivoluzionaria e ristabiliti l’ordine e il culto in Francia, Caterina si ritirò a Mauriac continuando le sue opere di carità e vivendo nella preghiera.
Nel 1833 fu proposta per un “premio della virtù” dall’Accademia di Francia, poi accantonato per la parzialità della giuria; morì a Mauriac il 4 luglio 1836; per la fama di santità che l’accompagnò in vita e dopo la morte, le Autorità religiose locali iniziarono i processi informativi che vennero poi trasmessi a Roma nel 1912; il 16 gennaio 1933 la S. Congregazione promulgò il decreto dell’eroicità delle virtù.
E’ stata beatificata da papa Giovanni Paolo II il 24 novembre 1996.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2002-04-18

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