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Beata Berta Badessa di Cavriglia

Prima domenica d’agosto

1106 c. - 1163

Nacque nel 1106, entrò giovanissima nel monastero delle benedettine vallombrosane di Santa Felicita di Firenze e qui si fece notare per la grande santità dimostrata, cosicché nel 1153, il generale dell'Ordine vallombrosano, il beato Gualdo Gualdi, la scelse per affidarle il compito di riformare il monastero di Cavriglia in provincia di Arezzo. Berta si trasferì in quel nuovo posto dove fece rifiorire il monastero spiritualmente e numericamente, con una maggiore osservanza della Regola. Dopo dieci anni da badessa, nel 1163, durante la Quaresima, ebbe la percezione della sua fine terrena; il giovedì santo partecipò alla solenne liturgia, lavando i piedi alle sue monache, il venerdì santo partecipò con grande fervore ai riti della croce e il sabato santo riunite le monache, raccomandò loro per l'ultima volta di restare unite nella preghiera e nella carità, durante la notte morì. Il suo corpo tumulato nel monastero, andò nel secolo XIV disperso durante le guerre fra Siena e Firenze, anche se ancora oggi gli abitanti di Cavriglia asseriscono che si trova sotto un altare laterale della chiesa parrocchiale. (Avvenire)



Il luogo della nascita è incerto, c’è chi dice Firenze e chi dice nei pressi del castello di Vernio nel 1106 circa, figlia del conte Lotario Alberti.
Entrò giovanissima nel monastero delle benedettine vallombrosane di S. Felicita di Firenze e qui si fece notare per la grande santità dimostrata, cosicché nel 1153, il generale dell’Ordine Vallombrosano il beato Gualdo Gualdi, la scelse per affidarle il compito di riformare il monastero di Cavriglia in provincia di Arezzo, nella valle superiore dell’Arno.
Berta si trasferì in quel nuovo posto dove l’ubbidienza la portava e impegnandosi alacremente nel compito affidatogli, fece rifiorire il monastero spiritualmente e numericamente, con una maggiore osservanza della Regola.
Dopo dieci anni da badessa, nel 1163, durante la Quaresima, ebbe la percezione della sua fine terrena; il giovedì santo partecipò alla solenne liturgia, lavando i piedi alle sue monache, il venerdì santo partecipò con grande fervore ai riti della croce e il sabato santo riunite le monache, raccomandò loro per l’ultima volta di restare unite nella preghiera e nella carità, durante la notte morì.
Il suo corpo tumulato nel monastero, andò nel secolo XIV disperso durante le guerre fra Siena e Firenze, anche se ancora oggi gli abitanti di Cavriglia asseriscono che si trova sotto un altare laterale della chiesa parrocchiale.
Dal 1773 è patrona dei Comuni di Montano e Cavriglia; in suo onore sorse un’opera che aveva come scopo quello di mantenere il suo culto; nel 1815 si trasformò in una Congregazione e nel 1831 se ne costituì un’altra per sacerdoti.
Queste due Congregazioni sono tuttora fiorenti ed attive ed hanno il merito di perpetuare il culto della beata Berta, la cui festa si celebra la prima domenica d’agosto.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2002-04-19

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