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> Home > Sezione Venerabili > Venerabile Bartolomeo Agricola (Bauer) Condividi su Facebook Twitter

Venerabile Bartolomeo Agricola (Bauer) Francescano

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Il venerabile Bartolomeo Agricola nacque verso il 1560 ad Amberg in Germania, da genitori calvinisti. Compì con profitto gli studi umanistici e musicali; frequentando i cattolici ne studiò con impegno la dottrina e convintosi, decise di abbracciare il cattolicesimo.
A Roma nel 1580 fu affidato dal cardinale Madruzzi arcivescovo di Trento, alla sapiente guida del francescano conventuale Properzio Resta. Emise la professione religiosa tra i Minori Conventuali di Tagliacozzo (L’Aquila), preso dal fervore ritornò ad Amberg per cercare di indurre al cattolicesimo i suoi parenti, ma dovette fuggire precipitosamente per non finire bruciato nel rogo preparato da un suo fratello, acceso e violento calvinista; nella corsa precipitosa cadde procurandosi una grave ferita alla gamba sinistra che degenerando in piaga molto dolorosa, lo accompagnerà tormentandolo, per tutta la vita.
Profondo contemplativo ebbe il dono di lunghe e molteplici estasi mistiche, girò per vari conventi e dovunque come ‘menestrello’ di Dio cantava le lodi a Gesù e Maria.
Fu ad Assisi come cantore e suonatore nella basilica di S. Francesco e addetto all’archivio musicale, da lì passò in molti paesi della Puglia, svolgendo un meraviglioso e proficuo apostolato tra il popolo e i fanciulli.
Nel 1603 fu ordinato sacerdote, questuava dappertutto, si prendeva cura dei carcerati e per i loro problemi conobbe, implorandoli, professionisti e Autorità del Vicereame di Napoli.
Negli anni 1618-1619 ritornò definitivamente a Napoli a S. Lorenzo Maggiore, nel centro antico di Napoli, divenendo confessore all’Ospedale degli Incurabili e in questo ospedale morì il 23 maggio 1621; fu trasportato dai frati nella Basilica di S. Lorenzo e tumulato nella cappella dell’Annunziata, che allora si chiamava dell’”Ecce Homo”, dove riposano tuttora, meta di devoti pellegrini, grazie anche ai numerosi miracoli ottenuti per sua intercessione.
Soleva ripetere spesso questa giaculatoria: ”Lodati sempre sia / il nome di Gesù e di Maria / e san Francesco in compagnia. / Ogni cosa lascia andare / se tu l’alma vuoi salvare”.
Al termine delle estasi ai presenti diceva confuso: “Pregate Dio che mi tolga questo malore”.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2002-06-30

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