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San Sigismondo Felice Felinski Vescovo di Varsavia

17 settembre

Wojutyn, Ucraina, 1 novembre 1822 - Cracovia, Polonia, 17 settembre 1895

Beatificato da Giovanni Paolo II il 18 agosto 2002 e canonizzato da Benedetto XVI l'11 ottobre 2009.

Martirologio Romano: A Cracovia in Polonia, beato Sigismondo Felice Felinski, vescovo di Varsavia, che si adoperò tra grandi difficoltà per la libertà e il rinnovamento della Chiesa, fondando l’Istituto delle Suore Francescane della Famiglia di Maria al servizio del popolo in ogni suo bisogno.


Sigismondo Felice Felinski nacque il 1° novembre 1822 a Wojutyn (diocesi di ?uck, prov. Wo?yn´), allora territorio polacco oggi ucraino, da una famiglia nobile e religiosa. Fu il settimo degli undici figli di Gerard ed Ewa Wendorff. A undici anni rimase orfano del padre; cinque anni dopo la madre, a causa della sua attività patriottica, fu deportata in Siberia. Dopo gli studi ginnasiali, Sigismondo studiò matematica all'Università di Mosca e a Parigi frequentò i corsi alla Sorbona e al College de France. Prese la decisione di diventare sacerdote e nel 1851 ritornò in patria per entrare nel Seminario di Z?ytomierz. Continuò la sua formazione presso l'Accademia Ecclesiastica di Pietroburgo. Ordinato sacerdote l'8 settembre 1855 svolse azione pastorale e d'insegnamento. Il 6 gennaio 1862 il Beato Papa Pio IX lo nominò Arcivescovo metropolita di Varsavia. Fece il suo ingresso in diocesi nel febbraio successivo, ma vi trovò subito una difficile situazione politico-religiosa, oltre a tanta diffidenza. Ciononostante avviò subito una decisa azione di rinascita spirituale e morale della nazione, incrementò la preparazione del Clero, la catechesi al popolo, l'assistenza dei poveri e dei bambini che affidò alle cure delle Suore della Famiglia di Maria, da lui stesso fondata a Pietroburgo fin dal 1857. Con coraggio si dedicò alla difesa della libertà della Chiesa di fronte allo Stato. Dopo il fallimento dell'Insurrezione del gennaio 1863, per la sua fedeltà a Roma e i suoi contatti con la Sede Apostolica senza la mediazione del governo zarista, il 14 giugno 1863 fu deportato in Russia e condannato all'esilio a Jaroslavl sul Volga. Vi rimase per 20 anni, continuando però ad assistere spiritualmente i cattolici e gli esiliati in Siberia e dedicandosi al risveglio del cattolicesimo nell'Impero russo, riuscì a costruire una chiesa. Liberato per intervento della Santa Sede nel 1883, non gli fu concesso di tornare a Varsavia.
Fu fatto Arcivescovo titolare di Tarso. Passò gli ultimi 12 anni della sua vita nella Galizia a Dz?winiaczka (diocesi di Leopoli), in semi-esilio sotto il dominio austriaco. Anche qui però lavorò instancabilmente per il bene spirituale dei contadini polacchi e degli ucraini. Si preoccupò della loro istruzione erigendo la prima scuola del paese, aprì un asilo per l'infanzia, costruì una chiesa e il convento per le suore della Famiglia di Maria.
Morì a Cracovia il 17 settembre 1895 in concetto di santità. Le sue spoglie mortali riposano nella chiesa cattedrale di Varsavia dall'aprile 1921. Fu dichiarato Venerabile da Giovanni Paolo II il 14 aprile 2001.


Fonte:
Santa Sede

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Aggiunto/modificato il 2002-08-23

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