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Santa Maria Domenica Mantovani Vergine, cofondatrice

2 febbraio

Castelletto di Brenzone, Verona, 12 novembre 1862 - 2 febbraio 1934

Domenica Mantovani nacque a Castelletto di Brenzone, in provincia e diocesi di Verona, il 12 novembre 1862, primogenita di quattro figli. Non proseguì gli studi dopo le scuole elementari, per aiutare la sua povera famiglia. La sua profonda sensibilità religiosa fu stimolata dall’arrivo nella sua parrocchia di don Giuseppe Nascimbeni, come vicario cooperatore (o curato) e maestro; nel 1885 divenne parroco nello stesso luogo. Domenica cominciò ad aiutarlo insegnando il catechismo ai bambini, assistendo i malati e i poveri e diventando un esempio per le sue coetanee. A ventiquattro anni emise, nelle mani di don Nascimbeni, il voto di verginità in forma privata. Fu una delle quattro giovani che lui scelse per fondare una nuova congregazione che avesse come scopo l’assistenza dei poveri del paese e il sostegno alla sua attività pastorale. Il 6 novembre 1892, due giorni dopo la vestizione e la professione religiosa, ebbe quindi inizio la vita delle Piccole Suore della Sacra Famiglia. Domenica cambiò nome in suor Maria dell’Immacolata (ma è più nota col nome di religione aggiunto a quello al secolo) e divenne la superiora della prima comunità. Alla morte del fondatore, continuò il progetto che lui le aveva indicato, provvedendo all’apertura di nuove case e istruendo le consorelle secondo il suo tipico senso pratico e la sua fede genuina. Morì il 2 febbraio 1934 a causa di una broncopolmonite. Fu beatificata dal Papa san Giovanni Paolo II il 27 aprile 2003, quindici anni dopo don Nascimbeni, e canonizzata da papa Francesco il 15 maggio 2022. I suoi resti mortali sono venerati presso la casa madre delle Piccole Suore della Sacra Famiglia a Verona, mentre la sua memoria liturgica cade il 4 febbraio, perché il 2, giorno della sua nascita al Cielo, è la solennità della Presentazione del Signore.

Martirologio Romano: A Verona, beata Maria Domenica Mantovani, vergine, che fu prima superiora dell’Istituto delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, da lei fondato insieme al beato sacerdote Giuseppe Nascimbeni per servire in umiltà di vita per amore di Cristo i poveri, gli orfani e i malati.


Famiglia e primi anni
Domenica Mantovani nacque il 12 novembre 1862 a Castelletto di Brenzone, in provincia e diocesi di Verona. Fu battezzata il giorno dopo la nascita, il 13 novembre. La sua era una famiglia laboriosa, di costumi semplici, profondamente onesta, ricca di fede. Oltre a lei, la primogenita, i genitori, Giovanni Battista Mantovani e Prudenza Zamperini, ebbero tre figli. Ricevette la Cresima il 12 ottobre 1870 e la Prima Comunione il 4 novembre 1874.
Influenzata dall’esempio dei genitori e da quello del nonno che viveva con loro e seguendo le ispirazioni dello Spirito Santo, cominciò a sentire una tenera devozione alla Madonna. Oltre alle faccende domestiche e al lavoro nei campi, si dedicava alla preghiera e alla meditazione, partecipando alle funzioni in chiesa e al catechismo.

L’arrivo di don Nascimbeni
Il 2 novembre 1877 giunse a Castelletto di Brenzone don Giuseppe Nascimbeni come vicario cooperatore o curato e maestro a fianco dell’anziano parroco don Donato Brighenti. Domenica, che aveva quindici anni, si affidò alla guida spirituale di quel sacerdote, il quale intuì il suo temperamento generoso e la sua forte volontà di progredire sulla via della perfezione, guidandola verso le più alte conquiste dello spirito.
Così a ventiquattro anni, nel giorno dell’Immacolata Concezione (8 dicembre 1886) alla presenza di don Nascimbeni, diventato parroco il 25 gennaio 1885, emise il voto di perpetua verginità in forma privata.
Da allora si dedicò ancora più interamente a Dio, impegnandosi a coadiuvare il parroco in tutte le sue iniziative pastorali. Insegnava il catechismo ai bambini, assisteva poveri e malati ed era un vero punto di riferimento per le altre ragazze del paese. Era iscritta alla Pia Unione delle Figlie di Maria e assisteva la Pia Unione delle Madri Cristiane.

Una congregazione nuova in aiuto del parroco
Don Nascimbeni, ardente di zelo per il bene della sua gente, avvertì la necessità di essere coadiuvato da collaboratrici a tempo pieno, donne consacrate a Dio e disponibili al servizio dei fratelli bisognosi. Ideò così un suo progetto: mandare sei brave giovani parrocchiane, consenzienti, presso le Orsoline di S. Angela Merici a Brescia; richiamarle, dopo un adeguato periodo di formazione, e fondare in parrocchia una comunità di Orsoline secondo la regola di S. Angela. Il progetto purtroppo non poté realizzarsi per la morte improvvisa di una delle sei giovani, quella che avrebbe dovuto essere la superiora. Sconvolto ma non rassegnato, don Giuseppe cominciò a contattare diverse Congregazioni, ma senza successo. Consultò allora Monsignor Bartolomeo Bacilieri, vescovo coadiutore di monsignor Luigi di Canossa, vescovo di Verona, il quale gli disse in dialetto: «Se nissuni ve le dà, fèvele vu come volì», ossia «Se nessuno ve le dà, fatevele voi come volete».

La nascita delle Piccole Suore della Sacra Famiglia
Il parroco trovò in Domenica Mantovani e in altre quattro ragazze le prime persone disposte a questa nuova impresa apostolica. Le aspiranti fecero un mese di formazione nel monastero di Santa Elisabetta, a Verona, delle Terziarie Francescane (oggi Clarisse). Una di loro, prima della vestizione, rientrò in famiglia. Le quattro rimaste, il 4 novembre 1892, fecero la vestizione ed emisero la professione dei consigli evangelici. Due giorni dopo iniziava a Castelletto la vita comune delle Piccole Suore della Sacra Famiglia. Don Nascimbeni voleva indicare, con questo nome, l’orientamento apostolico e la spiritualità della nuova congregazione.

Suor Maria, prima superiora
Domenica Mantovani cambiò nome in suor Maria dell’Immacolata e fu scelta come prima superiora della casa, carica che rivestì fino alla morte. Fu devotissima al fondatore, fedele interprete ed esecutrice dei suoi pensieri e desideri.
Donna prudente e saggia, poco istruita (aveva interrotto gli studi dopo le elementari, per aiutare in famiglia), ebbe la sapienza degli umili e delle anime sante, attinta ad una fede viva ed operosa, alimentata da continua preghiera.

Dopo la morte di don Nascimbeni
Proseguì da vera cofondatrice la conduzione dell’opera, anche dopo la morte di don Nascimbeni, avvenuta il 21 gennaio 1922. Durante il suo mandato di superiora, si ampliarono gli edifici della casa madre per contenere le numerose giovani che arrivavano e il 20 marzo 1933 fu inaugurato il nuovo grande noviziato. Furono inoltre aperte altre case per dare aiuto ai poveri, agli orfani e agli ammalati, per educare i bambini verso i quali si dimostrò madre tenerissima e premurosa. Tante giovani, attratte dal suo ideale apostolico e caritativo, accorsero per consacrarsi al Signore: nel 1931 la congregazione contava già oltre un migliaio di membri.

Le tappe del riconoscimento ecclesiale e giuridico
Ebbe la consolazione di ottenere l’aggregazione della congregazione al Terz’Ordine francescano, nel 1912. Le tappe per il riconoscimento ecclesiale furono il Decreto di Lode del 26 agosto 1910, col quale la congregazione diventava di diritto pontificio, e l’approvazione definitiva dalla Santa Sede ottenuta il 3 giugno 1932. Nello stesso anno furono approvate le Costituzioni per un settennio.
Quanto al riconoscimento giuridico dallo Stato, era avvenuto col Regio Decreto del 20 novembre 1930.

La morte
La mattina del 27 gennaio 1934, madre Maria rimase a letto perché colpita da leggera afonìa. Il giorno dopo, essendo domenica, fece per alzarsi per la Messa, ma fu convinta a restare a riposo. Il medico diagnosticò una leggera influenza, ma dopo tre giorni cominciò a salire la temperatura corporea.
Il 31 gennaio il dottore prescrisse le cure per prevenire la broncopolmonite, ma nella notte tra il 1° e il 2 febbraio la temperatura salì di nuovo. Il mattino del 2, madre Maria Domenica ricevette la Comunione. A mezzogiorno ebbe la febbre fino a quaranta gradi; alle sedici entrò in fase preagonica. Un’ora prima, alla consorella che le chiedeva se volesse l’Unzione degli Infermi, rispose di sì.
Alle 16.30 cominciò l’agonia, durata quattro ore. Alle 21.00, serenamente, rese l’anima a Dio nella casa madre della congregazione; aveva settantuno anni.

La traslazione e la fama di santità
Le sue spoglie, inizialmente sepolte nel cimitero di Castelletto, furono esumate il 29 settembre 1953 per essere sepolte nel nuovo cimitero delle suore, situato accanto a quello comunale. Vennero quindi collocate in un’apposita cappella, destinata ad accogliere in futuro anche le salme delle altre prime Piccole Suore. Il 13 ottobre furono deposte, mentre la sepoltura effettiva avvenne il 14 marzo 1954, dopo la morte della seconda superiora generale, madre Fortunata Toniolo del Santo Crocifisso.
Il 12 novembre 1987, centoventicinque anni dopo la nascita, vennero traslate, all’interno della casa madre, nella parte superiore del mausoleo che dal 1923 al 1984 aveva ospitato i resti di don Nascimbeni.
La fama di santità di madre Maria Domenica era riconosciuta già in vita, mentre le suore ricevevano molte attestazioni di segni attribuiti alla sua intercessione. Non diversamente era accaduto per il fondatore, la cui causa di beatificazione e canonizzazione venne avviata per prima, nel 1952. Quando fu imminente la beatificazione del Nascimbeni (avvenne il 17 aprile 1988), l’Istituto diede inizio all’iter canonico anche per la cofondatrice.

La causa di beatificazione e canonizzazione fino al decreto sulle virtù eroiche
Il nulla osta per l’avvio della causa fu emesso dalla Santa Sede il 27 gennaio 1987, mentre il 10 febbraio dello stesso anno fu aperto il processo diocesano, concluso l’anno seguente. Il decreto di convalida degli atti giuridici del processo fu emesso il 25 maggio 1990.
La “Positio super virtutibus” fu consegnata nel 1992. I Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi si pronunciarono a favore dell’esercizio in grado eroico delle virtù cristiane praticate dalla cofondatrice. Il 9 gennaio 2001, anche i cardinali e i vescovi membri della stessa Congregazione diedero il proprio parere positivo. Il 24 aprile 2001, alla presenza del Papa san Giovanni Paolo II, fu promulgato il decreto con cui madre Maria Domenica veniva dichiarata Venerabile.

Il miracolo per la beatificazione
Per la beatificazione fu preso in esame il caso di Lara Pascal, nata il 5 marzo 1999 nell’ospedale regionale di Bahía Blanca, in Argentina. Il giorno dopo la nascita, scivolando a terra, la neonata batté la testa ed entrò in coma.
Una delle Piccole Suore della Sacra Famiglia in servizio all’ospedale, suor Lisantonia Perin, applicò sulla testa della piccola una medaglia con reliquia di madre Maria Domenica e chiese ai genitori di Lara di unirsi a lei nella preghiera. Poco dopo, la videro rianimarsi. Il 10 marzo fu dimessa dall’ospedale in buone condizioni di salute.

La beatificazione
Il 5 luglio 2002 san Giovanni Paolo II autorizzò la promulgazione del decreto con cui la guarigione di Lara era riconosciuta come miracolo ottenuto per intercessione di madre Maria Domenica.
Lo stesso Pontefice la beatificò in piazza San Pietro a Roma il 27 aprile 2003. La sua memoria liturgica venne fissata al 4 febbraio, perché il giorno della sua nascita al Cielo coincide con la solennità della Presentazione del Signore.

Il miracolo per la canonizzazione
Per la canonizzazione è stato presentato un caso avvenuto di nuovo a Bahía Blanca, a Maria Candela Calabrese Salgado, nata nel 2000 con mielomeningocele e idrocefalo derivato, più una paraplegia agli arti inferiori, a causa della quale si muoveva in sedia a rotelle.
Pochi giorni prima che compisse undici anni, al momento di svegliarla per portarla a scuola, sua madre, Laura Salgado, si accorse che gli arti inferiori erano neri dalle ginocchia in giù: era un evidente segnale di assenza di circolazione sanguigna.
Fu ricoverata d’urgenza all’ospedale «Privado del Sur» il 28 maggio 2011. La diagnosi iniziale fu una sindrome di Raynaud grave, che interessava gli arti inferiori. I medici pensarono d’intervenire con l’amputazione, per cui, il 31 maggio, la paziente fu sottoposta ad arteriografia. In seguito all’esame, però, ebbe crisi respiratorie e convulsive; di lì a poco, entrò in coma. Fu quindi trasferita in una struttura meglio attrezzata, l’ospedale regionale di Bahía Blanca, lo stesso luogo dove si era verificato il primo miracolo.
La sera del 31 maggio, la dottoressa che l’aveva in cura, già coinvolta nel primo miracolo esaminato per la beatificazione di madre Maria Domenica Mantovani, iniziò a pregare chiedendo l’intercessione della Beata. Alla sua invocazione si unì con i propri familiari anche Rosana Margarita, madre di Lara Pascal, la prima miracolata, che aveva continuato negli anni a diffondere la devozione alla Beata.
Fu lei a donare alla madre della malata un’immaginetta della beata Mantovani con reliquia; fu collocata sotto il suo cuscino. Il 10 giugno Maria Candela cominciò a risvegliarsi dal coma. Due giorni dopo fu estubata e, l’indomani, dichiarata guarita dal punto di vista neurologico. Dopo la necessaria riabilitazione, tornò alla vita normale, come dimostrarono gli esami effettuati nel 2015, anche se rimase la disabilità presente dalla nascita.

Le tappe per il riconoscimento del secondo miracolo
L’inchiesta sul presunto miracolo si svolse dal 14 dicembre 2005 al 10 giugno 2016 nella diocesi di Bahía Blanca. Gli atti giuridici ricevettero la convalida dalla Congregazione delle Cause dei Santi il 26 maggio 2017.
Il 6 febbraio 2020, i Periti membri della Consulta Medica della Congregazione delle Cause dei Santi dichiararono che la guarigione era completa e duratura, non spiegabile scientificamente; il loro giudizio fu unanime.
Il 17 maggio 2020 furono invece i Consultori Teologi a esprimersi a favore del nesso tra l’accaduto e l’intercessione della Beata Maria Domenica. Analogo parere positivo arrivò dai cardinali e dai vescovi membri della stessa Congregazione.

La canonizzazione
Il 26 maggio 2020, ricevendo in udienza il cardinal Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui la guarigione di Maria Candela Calabrese Salgado era da considerare un miracolo ottenuto per intercessione della Beata Maria Domenica Mantovani.
Lo stesso Pontefice presiedette la Messa e la canonizzazione sua e di altri nove Beati il 15 maggio 2022, in piazza San Pietro a Roma.

Le Piccole Suore della Sacra Famiglia oggi
Le case della congregazione sono diventate oltre centocinquanta, sparse in Italia e all’estero. Le suore proseguono con fede e sacrificio, l’ideale dei fondatori, seguendo la massima di madre Maria Domenica: «Onoriamo la Sacra Famiglia con la preghiera, ma in modo speciale con l’imitazione delle virtù di cui ci diede l’esempio».


Autore:
Antonio Borrelli ed Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2022-05-17

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