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Servo di Dio Gaspare Goggi Sacerdote orionino

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Pozzolo Formigaro (AL), 6 gennaio 1877 - Alessandria, 4 agosto 1908



Guardando a lui vien proprio da dire che anche i depressi vanno in paradiso, tanto che c’è già chi lo propone a protettore di una categoria di malati, i depressi appunto, nei cui confronti si è già fatto molto ma non ancora abbastanza. Gaspare Goggi nasce nell’alessandrino, a Pozzolo Formigaro, nel 1877, in una famiglia di agiati agricoltori. A 15 anni si lascia affascinare dal chierico Luigi Orione, che sta sognando una nuova congregazione e che Gaspare sarebbe disposto a seguire anche subito, se non fosse che Orione con lui è categorico e inflessibile: “Prima professore e poi sacerdote”. Frequenta così il liceo a Genova e l’università a Torino, dove viene a contatto con il fior fiore della santità torinese di fine Ottocento: Paolo Pio Perazzo, don Rua, Giuseppina Comoglio, Madre Michel. “Prepàrati a lavorare per le anime, accendi bene la tua anima alla carità soave e operosa di Gesù e fa di comunicarla a tutti quelli che potrai avvicinare” è l’impegnativo itinerario spirituale fissatogli da Orione, diventato prete ed anche sua guida spirituale.  Come si conviene poi a uomini di parola, nel 1901 si laurea in lettere e filosofia e don Orione gli fa indossare subito l’abito religioso, ammettendolo al noviziato di Sanremo. Due anni dopo è prete e, nello stesso giorno dell’ordinazione, emette i primi voti nella Congregazione che ha pochi mesi di vita: per questo don Orione sempre parlerà di lui come del “primo figlio della Divina Provvidenza”. E che abbia una predilezione e una stima tutta particolare per lui lo dimostra con gli incarichi delicati ed importanti che gli affida, fino a farlo approdare appena un dopo a Roma, come Rettore della Chiesa di Sant'Anna dei Palafrenieri in Vaticano.  E neanche qui lo delude: sacerdote tutto carità e attenzione agli ultimi secondo lo spirito orionino, si fa ammirare e seguire anche per la sua cultura, oltre che per la pietà. “Sei per me come il braccio dello studio”, gli dice don Orione, e c’è in queste parole tutto l’affetto di un padre verso il figlio. Don Goggi, oltrechè insegnante, è anche ricercato direttore spirituale: di gente semplice e di intellettuali, di ecclesiastici e finanche delle sorelle del Papa Pio X. Proprio quest’ultimo ha così tanta stima di don Goggi da pensare, sebbene così giovane, ad una sua prossima nomina episcopale per la sede di Siracusa; intanto lo affianca al cardinal Perosi nella visita apostolica ai seminari della Sicilia. “Poche volte mi sono lamentato della noia, ma adesso non la conosco neppure più di nome”, scrive don Gaspare alla sorella Teresa: in effetti, forse tutti stanno chiedendo davvero troppo a questo prete che non è già per natura un colosso di salute. Infatti, proprio lui che a suo padre aveva scritto che “dopo il peccato non vi è stato d'animo più da temersi che la malinconia”, a fine 1907 entra in uno stato di indebolimento psico-fisico, con ansie e depressioni di origine anemica. All’epoca si parla di “sitofobia”, che oggi si chiamerebbe anoressia: in parole povere è in uno stato di deperimento organico che in poco tempo lo incurva, lo invecchia e lo indebolisce. “Con il cuore vuoto non si può vivere, la vita non è altro che amore” ed in lui sembra davvero che il suo essere prete prevalga sulla malattia: si trascina nei suoi impegni fin che può, oltre ogni umana resistenza, tanto che sono gli altri a dover prendere provvedimenti per lui quando si arriva alla “fase acuta dell’arresto psicomotorio”. È lo stesso don Orione ad accompagnarlo all’ospedale psichiatrico di Alessandria, dove non riescono più ad alimentarlo e dove muore improvvisamente sei giorni dopo il ricovero, il 4 agosto 1908, a soli 31 anni. Mentre il papa quel giorno celebra a lutto e non concede udienze, don Orione piange a dirotto durante il funerale. “L’ho pianto più di mia madre”, confesserà un giorno, aggiungendo che “non mi sono mai raccomandato a lui senza ottenere quanto avevo richiesto”. ”Il Signore ci dilata in mezzo alle tribolazioni e sa mutare in gioia il pianto della semina”, aveva scritto un giorno: per questo don Goggi sta diventando un dono e un sostegno per quanti vanno sulla sua tomba nel santuario Madonna della Guardia di Tortona, mentre la causa della sua beatificazione, avviata nel 1959, prosegue il suo iter presso la Congregazione dei Santi.


Autore:
Gianpiero Pettiti

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Aggiunto/modificato il 2011-07-26

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