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Venerabile Antonio Torres Pio Operaio

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Napoli, 30 maggio 1637 – Napoli, 16 febbraio 1713


Antonio Torres figlio di illustri coniugi spagnoli, don Tommaso Torres e donna Felice Aquilone, nacque a Napoli il 30 maggio 1637. Divenne orfano di madre all’età di cinque anni, nella giovinezza dimostrò intelligenza e pietà straordinaria, ottenendo dal padre il permesso di vestire l’abito ecclesiastico, tutto dedito alla preghiera e allo studio, con grande carità verso i poveri.
Studiò con i padri gesuiti nella cui Compagnia chiese poi di entrare, ma allora occorreva per questo, una autorizzazione della Santa Sede. Nell’attesa di questa conferma, conobbe i Pii Operai, la cui Congregazione era stata fondata nel 1602 dal venerabile Carlo Carafa; la modestia e la povertà in cui vivevano, lo colpì e quindi chiese di entrarne a far parte.
Fu ammesso al noviziato il 2 maggio 1654, facendosi notare subito per lo spirito di preghiera e per la sua unione con Dio. Dotato di ottima memoria, discernimento e applicazione costante, giunse a conoscere a memoria la Bibbia; studiò oltre il latino, anche il greco e l’ebraico; dotto in teologia e anche negli studi profani, era ritenuto una delle persone più erudite di Napoli; aveva una famosa biblioteca personale ma aperta a tutti.
Nel 1656 la peste infuriò su Napoli, uccidendo una gran quantità di gente, i Pii Operai si dedicarono all’assistenza degli appestati, contraendo purtroppo il morbo e morendo tutti, meno quattro membri, rischiando per questo l’estinzione della valorosa e benemerita Congregazione; fra i quattro superstiti vi fu padre Antonio Torres.
Fu ordinato sacerdote nel 1660, quando era già maestro dei novizi e aveva iniziato il suo apostolato di missionario, contribuendo validamente al risorgere della sua Congregazione. Fu per oltre 40 anni direttore della Confraternita dei Cavalieri, Togati e Dottori, fondata nel 1648 da padre De Colellis nella chiesa di S. Nicola alla Carità.
Dopo essere stato Superiore della casa di S. Maria ai Monti e di S. Giorgio Maggiore, nel 1672 fu eletto rettore della casa di S. Nicola ove rimase per tutta la sua vita. Nel 1680 istituì la Congregazione di S. Maria della Purità, composta da sacerdoti diocesani per svolgere le missioni popolari a loro spese, come facevano i Pii Operai.
Nel 1681 fu eletto Preposito Generale, carica che ricoprì per ben venti anni, venendo rieletto ogni volta che le Costituzioni lo permettevano, grazie alla sua grande prudenza e saggezza, oltre che per la vasta carità sempre dimostrata verso tutti.
Presto si sparse per Napoli, la sua fama di predicatore e confessore, tanto che la chiesa di S. Nicola non poteva contenere la gente che affluiva alle sue prediche; per oltre 40 anni fu attivissimo confessore e direttore spirituale delle religiose di numerosi conventi di Napoli e dintorni.
Diffuse l’orazione mentale, che erroneamente o per malignità fu confusa con l’eresia ‘quietista’ di Miguel Molinos; [Il quietismo fu un indirizzo cattolico a tendenza mistica che rifiutava ogni manifestazione attiva di religiosità, per cercare nel totale abbandono contemplativo, il contatto con Dio], per questo fu denunciato al Sant’Uffizio e per ordine di questo tribunale, il cardinale Antonio Pignatelli, arcivescovo di Napoli, benché fosse convinto della sua innocenza, gli tolse la facoltà di confessare e predicare; con umiltà si sottomise alle disposizioni del Sant’Uffizio, finché il cardinale Pignatelli, divenuto papa Innocenzo XII, lo reintegrò nelle facoltà toltegli, il 20 marzo 1692.
Morì il 16 febbraio 1713, fra il pianto del popolo che lo chiamava ‘o pate nuosto’ (il nostro padre); il suo corpo è sepolto nella cappella di S. Michele Arcangelo, nella chiesa di S. Nicola alla Carità. Per la sua umiltà padre Antonio Torres non pubblicò nulla, salvo un volume per la formazione sacerdotale, pubblicato però sotto altro nome.
Solo dopo la sua morte furono pubblicati quattro volumi delle sue prediche, mentre si conservano un migliaio di lettere spirituali. I processi informativi per la causa di beatificazione si svolsero nel 1735 e 1738; nel 1771 furono approvati gli scritti.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2002-11-18

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