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Servo di Dio Marie-Joseph Lagrange Domenicano

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Bourg-en-Bresse (Francia), 7 marzo 1855 – Tolosa, 10 marzo 1938


Alberto Lagrange, questo il suo nome da laico, nacque a Bourg-en-Bresse (Francia), il 7 marzo 1855 in una famiglia appartenente all’alta borghesia borgognona; i suoi genitori Claude-Pierre Lagrange ed Elisabeth Falsan, avevano saputo creare un focolare cristiano esemplare, inculcando in Alberto un solido spirito di fede. Nella sua adolescenza ebbe un’istruzione e una preparazione di prim’ordine, intellettuale, estetica, scientifica.
In casa ebbe anche lezioni di disegno e violoncello, inoltre lo zio materno Albert Falsan, lo iniziò alla geologia e Gabriele Bulliot all’archeologia.
Terminati gli studi letterari, a Parigi conseguì il dottorato di Diritto; ma dalla sua famiglia non ricevette solo l’aspetto intellettuale, se a già 17 anni in una maniera misteriosa, fece il voto di indossare l’abito bianco e nero dei frati Predicatori; nei suoi ricordi personali parlerà di una conversione inspiegabile anche per lui.
Nel 1878 va in pellegrinaggio ad Ars, sulla tomba del santo Curato per affidargli la sua vocazione domenicana. Finalmente nel 1879 a 24 anni entrò per il noviziato, nel convento dei Predicatori di Saint-Maximin in Provenza, prendendo il nome di frate Marie-Joseph.
Già l’anno successivo le leggi anticlericali del governo francese, costringono i Domenicani di Tolosa a rifugiarsi in Spagna ed a Salamanca frate Marie-Joseph, incontra la spiritualità di santa Teresa d’Avila, di cui divenne per sempre un fedele devoto.
I suoi superiori volendo fare di lui un professore e formatore di giovani domenicani, lo indirizzarono allo studio della Sacra Scrittura e delle lingue orientali, all’Università di Vienna. Acquisì una preparazione all’introduzione della critica storica nella Chiesa Cattolica per interpretare la Bibbia; non in senso libresco, ma confrontando il testo con la cultura del popolo e della terra di provenienza.
Per questo motivo, il padre provinciale lo trasferì al convento di Saint-Etienne a Gerusalemme, dove il 15 novembre 1890 fondò l’Ecole Biblique (la Scuola Biblica), sul modello della scuola pratica di studi ad alto livello.
Padre Lagrange fu subito avvinto da questa terra sacra, affascinato dalla bellezza del paese, commosso per le tracce della storia: “Avevo tanto amato il Libro ed ora contemplavo il paese” e non ebbe più dubbi sulla opportunità di sviluppare gli studi biblici in Palestina.
Lavorò intensamente per superare tutte le difficoltà logistiche, necessarie per realizzare la scuola Biblica di Gerusalemme, che trovò nel convento domenicano di S. Stefano la sua cornice spirituale, e diventando per i frati la loro opera apostolica.
Il periodo che va dal 1890 al 1914 fu quello di maggiore creatività per padre Lagrange; nel 1892 fondò la “Revue Biblique” e nel 1900 cominciò a pubblicare la collana “Etudes Bibliques”; partecipò al Congresso di Friburgo del 1897, tenendo conferenze a Tolosa nel 1902, per dimostrare la bontà del metodo storico-critico nella lettura dell’Antico Testamento.
Ma dovette subire le contrapposizioni ideologiche di altri Ordini; i Gesuiti rifiutavano il metodo della critica storica, e poi con i Francescani circa la dubbia autenticità dei santuari di Terra Santa. In quegli anni venne colpito da dure sanzioni, gli fu proibito di replicare pubblicamente agli scritti del gesuita padre Delattre, uno dei più aspri contestatori del suo metodo; non poté pubblicare il commento sul ‘Libro della Genesi’ e nel 1907 di continuare le ricerche sull’Antico Testamento.
Per il suo commento al “Vangelo di Marco” nel 1911 fu apertamente richiamato dalla Congregazione Concistoriale per il sospetto di ‘razionalismo’, ma nulla lo fermò, se non l’espulsione dalla Terra Santa il 14 dicembre 1914, da parte dei Turchi.
Sopraggiunse la Prima Guerra Mondiale, ma padre Lagrange, residente a Parigi non interruppe il suo lavoro, pubblicò i commenti alla “Lettera ai Romani” e alla “Lettera ai Galati”, continuò con le conferenze e con la pubblicazione della “Revue Biblique”, mentre la “Scuola Biblica” pur avendo illesi tutti i professori e gli strumenti di lavoro, continuò ad avere un destino precario e l’invidia di altri Ordini Religiosi, che avrebbero voluto sostituirla con una loro scuola.
Alla fine degli anni Venti, l’avvenire della Scuola Biblica, si presentava minacciato, se non fosse intervenuto a sostenere padre Lagrange, il Generale dei Predicatori Theissling; del resto essa non era vista di buon occhio dalle Congregazioni romane e anche dai papi Pio X e Pio XI; perfino “Il Vangelo di Gesù Cristo” di padre Marie-Joseph Lagrange venne sconsigliato per lo studio dei seminaristi, “i quali hanno più bisogno di pietà che di scienza e, per l’appunto l’opera di padre Lagrange, non è tale da favorire la devozione!”.
Negli anni fra il 1918 e il 1931 l’indomito domenicano, vide la Scuola Biblica di Gerusalemme, riconosciuta dalla “Académie des Inscription”, divenire Scuola Archeologica francese e dal 1924, pur sotto il controllo delle Autorità ecclesiastiche, poté avere una certa libertà di ricerca; nel contempo la formazione di numerosi valenti allievi, sembrava assicurare anche la sua successione.
Infatti, affidata la scuola e la rivista alla direzione di padre Dhorme suo allievo, padre Lagrange si poté dedicare ai grandi lavori sul Nuovo Testamento: S. Luca (1921), S. Matteo (1923), S. Giovanni (1925), Sinossi greca (1926), il già citato “Il Vangelo di Gesù Cristo” (1928), “Il giudaismo prima di Gesù Cristo (1931).
Ma a novembre del 1931 il ritiro di padre Dhorme obbligò l’ormai anziano domenicano con salute vacillante, a riprendere la direzione della Scuola Biblica di Gerusalemme, in quegli anni pubblicò i tre volumi della “Introduzione allo studio del Nuovo Testamento” (1933, 1935, 1937).
Ai primi di ottobre del 1935, a causa delle cattive condizioni di salute, padre Lagrange fu costretto a passare la direzione della Scuola a padre Savignac ed a lasciare Gerusalemme, ritirandosi nel convento del suo noviziato di St-Maximin a Tolosa in Francia.
Ripresosi alquanto dal male, continuò a scrivere e pubblicare, a tenere conferenze nella Comunità e fuori; soprattutto ritornò agli studi esegetici sull’Antico Testamento; riprendendo il commento al Libro della Genesi. Solo la morte, avvenuta dolcemente il 10 marzo 1938, nel convento di Tolosa, mise fine a questa incessante ricerca, mentre i frati che l’assistevano, cantavano secondo l’uso domenicano il “Salve Regina”.
Purtroppo padre Lagrange, come novello Mosé sulla soglia della Terra Promessa, morì senza aver visto trionfare la causa per la quale aveva tanto combattuto. Nei nostri tempi il fondatore dell’Ecole Biblique, ha ottenuto il riconoscimento dei suoi principi con encicliche papali e decreti della Commissione Biblica; padre Lagrange non cessò mai di presagire una lettura teologica della Bibbia come Parola di Dio; in rapporto a questo progetto, il metodo storico-critico da lui seguito con rigore, non era che uno strumento.
Ancora oggi si stenta a capire, perché il Lagrange si sia trovato davanti a tante reticenze da parte delle autorità della Chiesa Cattolica; ciò nonostante continuò ad essere sottomesso, anche nei momenti di prova, pagando con il prezzo dei precursori.
Da buon domenicano mise in pratica il dovere principale dell’Ordine, che è la predicazione, che deve nascere da uno studio attento e profondo del messaggio evangelico; ubbidendo agli stimoli apostolici dell’Ordine, che più di cento anni fa, iniziava a Gerusalemme l’avventura straordinaria dei Domenicani francesi, che con pochissime risorse e aiuti, ma con vera passione e viva coscienza dei bisogni del loro tempo, iniziavano a rispondere alle drammatiche discussioni intorno all’autenticità della Bibbia e dei Vangeli, che specie con il movimento Modernista, avevano scosso la coscienza dei credenti, del clero giovane e del mondo universitario, in tutta Europa.
Ci fermiamo qui, non c’è spazio sufficiente per riassumere la vastissima opera di studioso biblico, che un censore teologo gesuita, ha definito: “Dopo san Girolamo, la Chiesa non ha conosciuto un gigante simile nell’interpretazione della Sacra Scrittura. Tanto nell’uno che nell’altro, vi è lo stesso amore di Dio, di Cristo, della Chiesa, delle anime; la stessa attenzione per la Tradizione e per il dialogo con chi si trova al di fuori; il medesimo ardore per il lavoro e per la pubblicazione…”
La bibliografia esistente è molto vasta; l’ultima biografia è di Bernard Montagnes (“Padre Lagrange. All’origine del movimento biblico nella Chiesa Cattolica”. San Paolo, 1998).
La Scuola Biblica di Gerusalemme, la Provincia Domenicana di Tolosa e il Capitolo Generale dell’Ordine, tra il 1987 e il 1992, hanno introdotto con le dovute inchieste, la causa per la sua beatificazione.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2003-10-07

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