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San Bernoardo (Bernwardo) di Hildesheim Vescovo

20 novembre

Sassonia, ca. 960 - Hildesheim (Sassonia), 20 novembre 1022

Martirologio Romano: A Hildesheim nella Sassonia in Germania, san Bernvardo, vescovo, che difese il gregge dagli attacchi, rinnovò con numerosi sinodi la disciplina del clero e promosse la vita monastica.


Il vescovo metallurgico: si può chiamarlo anche così. Mentre studiava Scritture e dottrina della Chiesa, era attratto pure dall’arte di forgiare, fondere e modellare i metalli nelle fucine e botteghe artigiane di Hildesheim, forte centro di commerci nella Bassa Sassonia. Figlio di aristocratici, è nato quando il duca sassone Ottone diventava l’imperatore Ottone I, il più potente sovrano d’Europa. Dopo di lui, ha visto salire al trono suo figlio Ottone II, morto a Roma nel 983 dopo una sconfitta (per opera dei Saraceni) che ha rischiato di abbattere l’Impero. E poi, da giovane sacerdote, viene chiamato a corte come maestro del nuovo imperatore Ottone III, che è ancora un bambino. Un incarico di forte peso, motivato dalle buone doti che Bernoardo sta rivelando, e anche dalla sua stretta parentela con la grande nobiltà di Sassonia.
E nel 992 eccolo nominato vescovo di Hildesheim, anche per la buona prova che ha dato come educatore a corte. Ora questa buona prova deve ripeterla assai più in grande: si tratta di consolidare tra la sua gente una fede che tanto solida veramente non è, in ogni parte del territorio. Due secoli prima, infatti, tra i Sassoni non sono arrivati i missionari a predicare: è arrivato Carlo Magno con l’esercito, “cristianizzando” la gente a mano armata, in massa; e il ricordo di tanta brutalità è durato a lungo. Per questo Bernoardo comincia col fondare monasteri, centri di evangelizzazione con la parola e l’esempio.
È lui a introdurre nel territorio i primi benedettini. Poi fa ricorso all’arte figurativa, che parla anche a chi non sa leggere i libri della fede calligrafati dai suoi scriptores, con lui a guidarli. Chiama pittori, scultori, orafi della città, e altri ne fa arrivare col moltiplicarsi delle sue iniziative. Ma non è il “committente” che ordina e paga. Lui è “del mestiere” e ogni giorno passa nelle botteghe a seguire e a stimolare gli artisti.
All’epoca, i sovrani tedeschi affidano a vari vescovi anche responsabilità civili e militari. Bernoardo, mentre innalza a Hildesheim il grande monastero di San Michele, partecipa anche a spedizioni militari, fortifica la sua città e altri luoghi del territorio diocesano. E negli anni 1000-1001 è in Italia per fronteggiare una rivolta, al fianco dell’imperatore Ottone III, che ha 18 anni e morirà prima dei 20.
Il monastero di San Michele è infine ultimato nel 1022, poche settimane prima della sua morte. E lì Bernoardo viene sepolto. Hildesheim conserva tuttora alcune opere d’arte realizzate per suo impulso. Come le porte di bronzo destinate a San Michele e assegnate poi alla cattedrale; l’imponente “collana di Bernoardo” in bronzo, il suo crocifisso d’argento, la Bibbia e l’Evangeliario miniati. Nel 1150 Bernoardo è stato canonizzato localmente dal vescovo del tempo. Nel dicembre 1193 il papa Celestino III lo ha proclamato santo.


Autore:
Domenico Agasso


Fonte:
Famiglia Cristiana

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Aggiunto/modificato il 2003-10-20

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