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San Sereno di Marsiglia Vescovo

2 agosto



Le notizie relative alla vita di Sereno, vescovo della città francese di Marsiglia, si possono trarre dal ricco epistolario di papa Gregorio Magno; il pontefice li inviò ben quattro lettere, dalle quali è possibile trarre utili indicazioni per ricostruire la storia del santo. Molto interessanti sono le epistole degli anni 599 – 600, con le quali il papa ribadisce al vescovo la legittimità del culto per le immagini sacre, da lui contestato. Risulta, infatti, che egli fece distruggere alcune icone nella sua cattedrale nel timore che la venerazione di cui erano oggetto potesse sconfinare nell’idolatria, specialmente da parte di persone provenenti dall’oriente, che per motivi commerciali frequentavano quello che già allora era uno dei maggiori porti del Mediterraneo. Nei suoi scritti Gregorio invitò il santo a considerare l’immagine non tanto e non solo come un oggetto di venerazione, quanto piuttosto come utile strumento di catechesi per chi meno colto o illetterato trovava difficoltà ad accostarsi direttamente al testo sacro. Sempre lo stesso pontefice aveva già raccomandato a Sereno, nel 596, il monaco Agostino che, inviato come evangelizzatore della penisola britannica, avrebbe sostato presso la sua città; ugualmente nel 601 fece riguardo i suoi collaboratori. Null’altro è possibile riferire di storicamente provato in riferimento alla vita di San Sereno, mentre ulteriori dati sono forniti dalla tradizione popolare. Essa, partendo da quanto si è appena ricordato, ci descrive il santo in viaggio verso Roma per incontrare il papa e chiarire personalmente la sua posizione in merito alla questione motivo di divergenza. Durante il ritorno, ammalatosi improvvisamente, morì nei pressi di Biandrate, centro agricolo della pianura piemontese tra Novara e Vercelli. Il suo corpo venne deposto in un campo nei pressi del paese: col tempo si perse memoria della sepoltura e soltanto nel medioevo le sue reliquie vennero ritrovate da un agricoltore durante l’aratura di un campo. Il prodigioso ritrovamento suscitò molto scalpore tra la popolazione locale, che volle collocare i sacri resti nella chiesa del borgo dedicata a San Colombano, ove ancora si trovano custoditi in un’artistica urna, donata nel 1678 dal feudatario Gerardo de Silva, all’interno di un elegante scurolo. Purtroppo è difficile stabilire quanta attendibilità si possa attribuire a questa tradizione se considerata nell’ambito di una seria critica agiografica. In particolare risulta difficile comprendere i motivi per cui, se effettivamente il santo fosse morto nella località piemontese, il suo corpo non sia stato comunque trasportato fino a Marsiglia, sua sede episcopale. La motivazione della distanza tra le due località non sembra sufficiente, basti pensare, ad esempio, al caso di San Germano di Auxerre, morto a Ravenna ma deposto nella città francese di cui era vescovo. Il feretro compì un lunghissimo percorso attraverso la pianura padana, lasciando molte tracce nella storia e nella tradizione di numerosi centri. E’ del resto comprovato come a Marsiglia non si ebbe mai traccia nell’antichità di un culto, con la venerazione di una sepoltura o di reliquie, relativo al suo nono vescovo: soltanto dal 1730 la sua celebrazione venne inserita nel calendario diocesano, mentre si deve attendere la metà dell’ottocento per la richiesta di una reliquia alla diocesi di Vercelli, cui Biandrate appartiene. Già Carlo Bascapè, vescovo di Novara dal 1593 al 1615, si premurò di effettuare ricerche per legittimare il pellegrinaggio alla chiesa di Biandrate da parte dei fedeli della bassa novarese. Non del tutto chiaro è, inoltre, il problema relativo all’atteggiamento iconoclasta di Sereno e le dinamiche socio - culturali che possono averlo determinato. Popolarmente il santo è invocato, a motivo del nome, per ottenere il bel tempo e un raccolto favorevole; la sua festa è celebrata a Biandrate la prima domenica di agosto, mentre a Marsiglia l’11 dello stesso mese. L’iconografia del santo non è molto diffusa e non presenta particolari caratterizzazioni: egli viene, infatti, genericamente raffigurato nelle sembianze di un vescovo.


Autore:
Damiano Pomi

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Aggiunto/modificato il 2004-07-16

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