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Beato Giacomo Filippo Bertoni Servita

25 maggio

Faenza, 1454 - Faenza, 1483

Nasce a Celle di Faenza, la stessa parrocchia della Beata Raffaella Cimatti, nel 1454 da una povera famiglia e fu battezzato con il nome di Andrea. Entrò ancora fanciullo nei Servi di Maria di Faenza. Ordinato sacerdote, fu procuratore del convento (1478-1479) e svolse altri incarichi. Servizievole, sobrio nel parlare, mite e modesto, le sue virtù furono poste in evidenza dal suo primo biografo Niccolò Borghese, che guarito miracolosamente dal beato, ne scrisse la vita a soli tre mesi dalla morte. Giacomo Filippo Bertoni condusse una vita rigorosa di penitenza, contentandosi spesso di un solo pasto: per questo il suo aspetto, confermato sia dal Borghese che dall'iconografia, era macilento. Il 24 maggio 1483, vigilia della sua morte avvenuta per tisi, il beato Giacomo Filippo volle visitare i confratelli uno per uno, chiedendo loro perdono e preghiere. (Avvenire)

Martirologio Romano: A Faenza in Romagna, beato Giacomo Filippo (Andrea) Bertoni, sacerdote dell’Ordine dei Servi di Maria, insigne per il dono delle lacrime e la mirabile umiltà.


Nasce a Celle di Faenza, la stessa parrocchia della Beata Raffaella Cimatti nel 1454 da una povera famiglia e fu battezzato con il nome di Andrea. Entrò ancora fanciullo nei Servi di Maria di Faenza.
Ordinato sacerdote, fu procuratore del convento (1478-1479) e svolse altri incarichi con la benevolenza di tutti. Servizievole, sobrio nel parlare, mite e modesto, le sue virtù furono poste in evidenza dal suo primo biografo Niccolò Borghese, che guarito miracolosamente dal beato, ne scrisse la vita a soli tre mesi dalla morte.
Giacomo Filippo Bertoni condusse una vita rigorosa di penitenza, contentandosi spesso di un solo pasto (a volte scarso e scadente): per questo il suo aspetto, peraltro confermato sia dal Borghese che dalla iconografia, era macilento a tal punto che la pelle aderiva alle ossa.
Il 24 maggio 1483, vigilia della sua morte avvenuta per tisi, il Beato Giacomo Filippo volle visitare i confratelli uno per uno, chiedendo loro perdono e preghiere.
Il suo culto fu praticamente immediato e documentato sin dai giorni successivi al suo transito.
Il 24 maggio 1484, festa della SS. Trinità, si celebrò la festa preceduta da intensi preparativi.
Il 15 aprile 1594 il corpo fu trasferito nella cappella Manfredi e per l’occasione tutti i discendenti della famiglia Bertoni sostennero le spese per il sarcofago di marmo e la decorazione del beato, da allora intitolata al beato.
Il culto fu approvato da Clemente XIII con decreto del 22 luglio 1761 e il 14 luglio 1762 il consiglio cittadino lo annovera tra i patroni della città di Faenza.
Durante la seconda guerra mondiale, nel novembre del 1944 i tedeschi in fuga minarono il campanile della Chiesa dei Servi, che crollò con l’abside della chiesa che fu chiusa al culto. Il corpo del Beato Bertoni fu collocato nella Basilica Cattedrale di Faenza, sull’altare dedicato a San Carlo Borromeo, dove si trova tuttora.
La sua memoria si celebra il 25 maggio, nella diocesi di Faenza il 23 maggio e nell'Ordine dei Servi di Maria il 30 maggio.


Autore:
Don Tiziano Zoli

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Aggiunto/modificato il 2004-08-13

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