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San Torlaco (Thorlàk Thorhallsson) Vescovo

23 dicembre - 20 luglio

Fljotshlio (Islanda), 1133 - Skalholt (Islanda), 23 dicembre 1193

Nacque a Fljotshlio, in Islanda, nel 1133 e a soli 19 ricevette l'ordinazione presbiterale. Desideroso di dedicarsi agli studi teologici, si trasferì a Parigi. Proseguì poi gli studi a Lincoln, in Inghilterra. Tornato in patria divenne rettore della chiesa di Kirkjubaer, dove in seguito fondò un monastero di canonichesse. Entrò tra i canonici regolari di Sant'Agostino, grazie ai quali divenne primo priore del monastero di Thykkvabae, fondato nel 1168 da Thorkill. Due anni dopo Kloengur, vescovo di Skalholt, confermò Torlaco nell'incarico, dandogli inoltre la benedizione abbaziale. Nel 1178 Torlaco fu nominato successore di Kloengur e ricevette l'ordinazione episcopale a Nidaros dall'arcivescovo Eystein, che aveva introdotto la riforma gregoriana anche in Islanda. Torlaco cercò di migliorare la formazione del clero islandese e fu anche grande promotore del celibato sacerdotale. Nel XII secolo le famiglie islandesi che si erano fatte promotrici dell'edificazione di nuove chiese, ritenevano tutti diritti su di esse. Torlaco si oppose a questi privilegi. Morì il 23 dicembre 1193 a Skalholt. (Avvenire)

Patronato: Islanda

Emblema: Mitra, Pastorale

Martirologio Romano: In Islanda, san Torlaco, vescovo di Skálholt, che si adoperò per il rinnovamento morale del clero e del popolo.


San Thorlàks nacque a Fljotshlio, in Islanda, nel 1133 ed a soli 19 ricevette già l'ordinazione presbiterale. Desideroso di dedicarsi agli studi teologici, si trasferì a Parigi, dove venne a contatto con i canonici dell'abbazia di San Vittore, fondata nel 1108. Proseguì poi gli studi a Lincoln, in Inghilterra. Tornato in patria divenne rettore della chiesa di Kirkjubaer, dove in seguito fondò un monastero di canonichesse.
Essendo ancora sconosciuta in Islanda la riforma gregoriana, la famiglia di Torlaco pensava che egli fosse propenso per un eventuale matrimonio, ma egli preferì invece entrare tra i canonici regolari di Sant'Agostino, grazie ai quali divenne primo priore del monastero di Thykkvabae, fondato nel 1168 da Thorkill. Due anni dopo Kloengur, vescovo di Skalholt, confermò Torlaco nell'incarico, dandogli inoltre la benedizione abbaziale.
La “Thorlàks saga”, vita del santo scritta poco dopo la sua morte, racconta l'ingresso nel monastero di Thykkvabae sia di molti islandesi che di stranieri, attratti dalla fama di santità che già circondava l'abate.
Nel 1178 Torlaco fu nominato successore di Kloengur e ricevette l'ordinazione episcopale a Nidaros dall'arcivescovo Eystein. Quest'ultimo riuscì ad introdurre la riforma gregoriana anche in Islanda guadagnando al suo partito il novello vescovo.
Uomo di grande spiritualità e verità, Torlaco cercò incrementare la formazione del clero islandese e fu anche grande promotore del celibato sacerdotale. Il suo capolavoro fu il “Poenitentiale”, caratterizzato da una grande severità che fece da controaltare alla confusione di quel periodo: nel 1180 l'arcivescovo Eystein sarà bandito dal re e lo stesso Torlaco dovette subire diverse sofferenze.Nel XII secolo le famiglie islandesi che si erano fatte promotrici dell'edificazione di nuove chiese, ritenevano tutti diritti su di esse. I sacerdoti, da loro nominati a queste chiese private, naturalmente avevano poche possibilità di rimproverare i loro signori, qualora avessero agito contro la morale cristiana. In taluni casi Torlaco arrivò al punto di doversi rifiutare di consacrare una chiesa, se tutti i diritti su di essa non fossero stati trasferiti a lui, in qualità di vescovo.Ciò causò una disputa con il diacono Jon Loptsson, restauratore della chiesa di Hofdabraeck. La situazione peggiorò quando Jon, sposatosi, decise di coabitare con Ragneid, sorella di Torlaco, e per ben tre volte tentò di uccidere il vescovo.La disputa sarebbe finita solo con la morte di Torlaco, avvenuta il 23 dicembre 1193 a Skalholt.
Il suo successore Paolo, figlio di Jon e Ragneid, riconciliò il padre con la Chiesa.La morte di Torlaco sembrava segnare il fallimento definitivo dei disegni e delle speranze che aveva coltivato e nutrito circa una fruttuosa riforma della chiesa islandese. Ma come l'apparente fallimento di Nostro Signore sulla Croce si rivelò la sconfitta finale del peccato e della morte, così con la prematura scomparsa del vescovo Torlaco si aprì la strada verso una riforma duratura, ed egli ottenne un posto nella schiera dei santi nella cui vita e morte si manifestò il mistero della croce: “Chi perde la propria vita la conserverà”. Questa è la legge del chicco di frumento che brilla nei martiri come Olav II di Norvegia, Enrico di Upsala ed Erik IX di Svezia, per citare quelli geograficamente vicini a Torlaco che, pur non essendo stato chiamato a testimoniare con il sangue la propria fede, realizzò nell'adempimento fedele del suo ministero episcopale la stessa sequela praticata dai martiri con la loro morte.Ancora quando egli era ancora in vita destavano parecchio l'attenzione popolare i numerosi miracoli da lui operati e cinque anni dopo la sua morte il parlamento islandese decise la solenne traslazione del suo corpo, che a cui tempi corrispondeva ad una canonizzazione. La sua festa veniva celebrata il 23 dicembre ed ancora oggi questo giorno viene chiamato in islandese “Thorlaksmessa”, cioè “Messa di Torlaco”.Nel Medioevo in Islanda almeno 56 chiese erano a lui dedicate e perfino a Costantinopoli gliene si intitolò una. Molto venerato anche in Inghilterra e Scandinavia, nel 1237 venne aggiunta una seconda festa in ricordo della sua “translatio” al 20 luglio, unica sua memoria liturgica ancora oggi celebrata visto che le norme del Concilio Vaticano II vietano la celebrazione solenne dei santi durante la novena di Natale. Nel 1982 fu fissato il giorno per la sua memoria nel Proprio della Chiesa Cattolica della Norvegia. Poi, in occasione dell'anno dell'anniversario, il 1983, la Santa Sede confermò la celebrazione della sua memoria anche per l'ordine dei Canonici Regolari di Sant'Agostino.
Si conservano ancora oggi alcuni frammenti di un'antica agiografia, nonché di un compendio di antifone e responsori. La Riforma protestante, che portò alla distruzione del suo reliquiario, non riuscì fortunatamente a cancellare la sua memoria nel popolo islandese, che ancora oggi, all'alba del terzo millennio, lo onora come patrono. Non solo per l'Islanda, ma per l'intera Europa san Torlaco costituisce un pressante invito a riscoprire con gioia le proprie radici cristiane.
Il Martyrologium Romanum ne riporta il culto alla data del 23 dicembre.


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2005-01-30

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