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Beata Maria Elena Stollenwerk Vergine e fondatrice

3 febbraio

Rollesbroich, Germania, 28 novembre 1852 - Steyl, Paesi Bassi, 3 febbraio 1900

Coofondatrice della Congregazione Missionaria delle Serve dello Spirito Santo. (+ a Steyl 3 febbraio 1900). Nel desiderio di diventare missionaria, si aggregò nel 1882, in qualità di domestica, alla casa di Steyl (Olanda), fondata nel 1875 da p. Arnold Janssen per la formazione di sacerdoti e fratelli missionari. L'8 dicembre 1889 entrò nella Congregazione delle Serve dello Spirito Santo, fondata dallo stesso p. Janssen. Contribuì efficacemente allo sviluppo interno ed esterno della giovanissima congregazione. Potè assistere alla partenza delle prime suore missionarie per l'Argentina e il Togo. Dopo la costruzione del ramo claustrale delle Serve dello Spirito Santo, passò in quello.
E' stata beatificata da Giovanni Paolo II il 7 maggio 1995.

Martirologio Romano: Nel villaggio di Steyl in Olanda, beata Maria Elena Stollenwerk, vergine, che collaborò con il beato Arnoldo Janssen alla fondazione della Congregazione delle Serve Missionarie dello Spirito Santo e, dopo aver lasciato l’incarico di superiora, si diede all’adorazione perpetua.


Maria Elena Stollenwerk nacque a Rollesbroich, nella arci­diocesi di Colonia, Germania, il 28 novembre 1852, da Hans Peter Stollenwerk, che aveva sposato in terze nozze Anna Bongard, dalla quale ebbe due figlie, Anna Elena, comunemente chiamata Elena, e Carolina, morta all'età di 4 anni, il13 agosto 1859.
Il padre di Elena era proprietario di un grande appezzamento di terreno e di sei case. Inoltre aveva avuto un'intensa attività pubblica: era stato sindaco aggiunto di Simmerath, lavorando anche, fin dal 1836 attivamente, per la stessa parrocchia. Egli morì il 27 maggio 1859. La madre, rimasta vedova a 32 anni, 24 novembre 1860, sposò il maniscalco Hans Peter Breuer, anche egli in se­conde nozze. Dalla prima moglie ebbe tre figlie, l'ultima delle quali, Anna­Elena, divenne la grande amica di Maria Elena. Sia la madre che il patrigno erano persone molto pie. La madre andava quotidianamente alla messa e il patrigno era molto devoto, come dimostrano le sue lettere a Elena: « Ogni mattina ti invio la mia benedizione ».
All'età di 4 anni Elena si ammalò della malattia chiamata popolarmente « ballo di S. Vito » ma ne guarì completamente. Fu ben educata sia in casa che a scuola. Era molto obbediente e fin dalla infanzia si senti attirata alle missioni, inserendosi nell'associazione della Santa Infanzia, della quale, all'età di 10 anni divenne collettrice.
Trascorsero così oltre sette anni nella casa paterna, nella quale Elena con­dusse una esemplare vita di lavoro e di opere della carità verso gli ammalati ed i poveri. Nei confronti dei giovani era molto riservata, soprattutto nella locanda di famiglia, nella quale ella serviva gli avventori. Il suo desiderio era di diventare missionaria, come essa stessa ha scritto: « Sovente deploravo di essere una bambina e non un maschio, perché allora questa per me era una cosa decisiva: avrei studiato, sarei diventato missionario e sarei andato dai poveri pagani ». Tanto fortemente si sentì chiamata a collaborare nell'opera missionaria della Chiesa, leggendo con entusiasmo i bollettini della Pontificia Opera della Santa Infanzia, ove trovò, come ella stessa ricorda, « che il p. Hormes era appunto in procinto di insegnare a tre suore italiane o francesi la lingua cinese. Allora mi cadde la benda dagli occhi ed io pensai, se è possibile a queste, può divenire possibile anche a te. Da quell'epoca ebbi coraggio di sperare. Potevo contare 15-­17 anni ». E fu in questi anni che « col permesso del confessore pronunciò voto di perpetua castità ».
Nel 1872 si informò presso le Suore del Povero Bambino Gesù se avevano come fine apostolico l'attività missionaria; ottenuta risposta negativa, prese anche informazioni negli anni 1880-1881 dalle Suore del S. Cuore di Vaals, ma anche qui ottenne risposta negativa. Si tenga presente che, a causa del Kulturkampf, in quell'epoca in Germania non esistevano comunità missionarie femminili che inviavano membri nelle missioni estere. Obbediente al confessore pregava intensamente per la realizzazione della sua vocazione, come le aveva consigliato: « Egli aveva detto che dovevo pregare fervorosamente affinché ilbuon Dio conservasse in me la vocazione; e non appena i tempi fossero cambiati avrei potuto andare in convento ».
Elena attese 6 anni finché chiese un'altro volta l'aiuto del confessore a questo riguardo: « Quando una volta lo pregai intensamente di aiutarmi, addu­cendo come motivo che avevo ormai atteso sei anni, lui mi rispose: "Tu hai già atteso a lungo, ma puoi ancora attendere altrettanto, a lungo"… Quanto le parole del sacerdote fossero vere, lo ha dimostrato l'avvenire, e spesso vi ho ripensato. Per quello che ricordo, furono pronunciate nell'aprile od al principio di maggio del 1878, ed io sono entrata nella casa delle Missioni il 30 dicembre 1882 per ricevere l'abito di Serva dello Spirito Santo soltanto il 17 gennaio 1892. Quindi, quasi quattordici anni dopo la predizione delle suddette parole ».
Saputo che il Arnold Janssen aveva fondato a Steyl la missione della Società del Verbo Divino, il 30 dicembre 1882, all'età di 30 anni vi entrò come domestica, sperando che dopo qualche anno sarebbe stata fondata anche la Congregazione missionaria femminile.
Infatti, quando Arnold Janssen, 1'8 dicembre 1889, fondò la Congregazione delle Suore Missionarie Serve dello Spirito Santo (Fig.), Elena insieme a Giuseppina Hendrina Stenmanns lo assistette come confondatrice. Con tutte le sue energie si prodigava per lo sviluppo interno ed esterno della nascente Congregazione. Il 17 gennaio 1892 fece la vestizione, prendendo il nome di Suor Maria, e il 12 marzo 1894 emise i primi voti per sette anni. Negli anni 1890-1898 diresse la congregazione come Superiora, dando esempio di elevata prudenza, pietà ed obbedienza al fondatore, rinunciando anche ad andare in missione, come aveva tanto desiderato, dimostrando così che «lei stessa voleva soltanto obbedire » ed « essere contenta di ogni disposizione a suo riguardo ». Ormai tutta dedita all'opera missionaria della Chiesa, preparava molte giovani sorelle per l'attività missionaria. Nel 1895 ebbe la gioia di poter inviare le prime consorelle in Argentina e due anni più tardi altre nel Togo.
Dopo una lunga lotta interiore, Maria riconobbe che ora Dio da lei voleva che offrisse il resto della sua vita per le missioni in adorazione e nascondimento. Istituito 1'8 dicembre 1896 dal beato Arnold Janssen il secondo ramo della Congregazione, le Ancelle dello Spirito Santo dell'Adorazione Perpetua (Fig.) Stollenwerkper sostenere con l'adorazione di Dio l'attività missionaria, vi entrò 1'8 dicembre 1898 per praticare l'adorazione perpetua. Questo trasferimento alla sezione delle suore dell'adorazione e di clausura comportò per lei la rinuncia alla sua carica di superiora e l'accettazione di un secondo noviziato.
Colpita da meningite tubercolare nell'autunno del 1899, trascorse vari mesi soffrendo con silenziosa pazienza e rassegnazione. Sentendosi vicina alla morte, disse alle consorelle: « Non tarderà mica più molto prima che dovremo prender commiato per sempre, ma la separazione è soltanto per breve tempo. Lassù ci rivedremo tutte di nuovo. Io vi tirerà tutte dietro a me. State in particolare fedelmente unite nel sincero amore fraterno... Io vi chiedo perdono per tutte le mie mancanze. Lassù mi ricorderò di tutte nella preghiera ». Alcuni giorni prima della morte le fu accordata la consolazione di pronunciare i voti come suora di clausura.
L'ultimo giorno della sua vita è riferito nella Cronaca delle Suore di clausura dalla religiosa che l'assistette: « Quando, la mattina della vigilia della sua morte, pregai forte dopo la Santa Comunione: Gesù, mio Dio, lei rispose: Io ti amo sopra tutto! Quando inoltre le recitai: Mio Dio e mio tutto! lei rispose di nuovo: Io ti amo sopra ogni cosa! E quando poi dissi: Dio, Spirito Santo, lei rispose nuova­mente: Io ti amo al di sopra di tutto! La sua agonia durò dalle otto e mezzo del venerdì sera, fino all'indomani alle due e mezzo del pomeriggio. Le sue ultime parole percettibili furono: Gesù in Te spiro. Poi morì. Era il 3 febbraio del 1900. Sepolta nella tomba delle suore Missionarie nel convento di Notre Dame, nel 1907 la salma fu trasportata nel camposanto dell'antico convento e nel maggio del 1915 nel cimitero del nuovo convento dello Spirito Santo.
Alla fine di settembre del 1934 una parte dei resti mortali fu consegnata alle Suore Missio­narie di Steyl, Klooster v. h. H. Hart, Zusterstraat 20, NL-5935 BX Steyl, mentre le « mani oranti» e le « ginocchia oranti» rimasero dalle suore di clau­sura, Anbetungskloster Steyl, Nettetal, Germania.
Maria Elena Stollenwerk viene considerata confondatrice della Congrega­zione Missionaria delle Serve dello Spirito Santo, perché, sotto la direzione del fondatore, p. Arnold Janssen, vi si preparò fin dal 1882 insieme all'altra religiosa Giuseppa Hendrina Stenmanns. Come Superiora chiese più volte che alle suore fosse concessa l'adorazione notturna e una comunione di più alla settimana, cosa che fu poi concessa alla comunità. Per questo, dallo stesso santo Janssen fu chiamata con il titolo di « confondatrice », come precisò nella lettera da lui scritta iI 5 febbraio 1900, due giorni dopo la morte della Stollenwerk: «Il Signore Iddio l'aveva chiamata, quale prima confondatrice delle Serve dello Spirito Santo, accanto a me. Essa ha compiuto fedelmente questo compito ed io spesso sono rimasto edificato dalle sue virtù e dalla sua pietà ».
I17 maggio 1995, Maria Elena Stollenwerk è stata proclamata Beata da Papa Giovanni Paolo II.


Autore:
Andreas Resch


Fonte:
www.igw-resch-verlag.at

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Aggiunto/modificato il 2015-02-06

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