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San Reticio Vescovo

15 maggio

IV sec.

Vescovo di Autun in Burgundia all’inizio del IV secolo e la tradizione vuole che sia stato proprio lui a trasmettere i rudimenti della fede cristiana all’imperatore Costantino il Grande. Prese parte anche al sinodo tenutosi in Laterano nel 313, durante il pontificato di Milziade, che si schierò in favore di Ceciliano, vescovo legittimo di Cartagine, contro Donato ed i suoi seguaci. Tutto ciò accadde solamente un anno dopo la celebre vittoria di Costantino sul ponte Milvio ed un anno prima dell’elezione di San Silvestro, quel papa che convocò il primo concilio di Arles, ove furono confermate le decisioni antidonatiste. San Reticio è ricordato da Sant’Agostino come vescovo di grande autorità nella Chiesa e San Girolamo lo dice egregio narratore della Sacra Scrittura.

Martirologio Romano: Ad Autun nela Gallia lugdunense, in Francia, san Retizio, vescovo, ricordato da sant’Agostino per la sua grande autorità di presule nella Chiesa e da san Girolamo come grande esegeta della Sacra Scrittura.


San Reticio, figura di spicco nella storia della Chiesa primitiva, fu vescovo di Autun, in Gallia, durante la prima metà del IV secolo. La sua fama e influenza si diffusero ben oltre i confini della sua diocesi, tanto da essere annoverato tra i più grandi luminari del suo tempo da personalità illustri come Sant'Agostino e San Girolamo.
Reticio ascese al seggio episcopale di Autun in un periodo di grande fermento religioso e politico. L'Impero Romano era in fase di trasformazione, con l'Editto di Milano di Costantino I che sanciva la libertà di culto per i cristiani, ponendo fine a decenni di persecuzioni. In questo contesto cruciale, Reticio si distinse come guida saggia e autorevole per la sua comunità, guadagnandosi la stima e la fiducia di numerosi fedeli.
La sua fama giunse alle orecchie del giovane imperatore Costantino, che vide in Reticio un consigliere fidato e un mentore spirituale. Si narra che proprio Reticio abbia avuto un ruolo fondamentale nell'istruire Costantino sui principi della fede cristiana, contribuendo così alla sua conversione e al suo successivo sostegno alla Chiesa.
Oltre al suo ruolo di mentore imperiale, Reticio si impegnò attivamente nella difesa dell'ortodossia cristiana. Prese parte a diversi concili ecclesiastici, tra cui il Concilio di Laterano del 313, dove si schierò fermamente contro lo scisma donatista. La sua erudizione teologica e la sua abilità oratoria lo resero un punto di riferimento fondamentale per le questioni dottrinali dell'epoca.
San Reticio lasciò un'eredità duratura nella Chiesa, sia come vescovo saggio e lungimirante che come teologo di profonda dottrina. I suoi scritti, tra cui commenti al Cantico dei Cantici e un trattato contro Novaziano, testimoniano la sua vasta conoscenza della Scrittura e la sua abilità nell'interpretazione dei testi sacri.
Ancora oggi, San Reticio è venerato come patrono della diocesi di Autun e come esempio di pastore zelante, teologo dotto e consigliere saggio.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-04-04

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