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Beato Tito Livio Chinezu Vescovo e martire

15 gennaio

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Maioreşti, Romania, 1904 – Sighet, Romania, 15 gennaio 1955

Tit Liviu Chinezu nacque nel 1904 a Huduc, oggi Maioreşti, in Romania. Dopo gli studi teologici compiuti a Roma, presso il Collegio Sant’Atanasio, fu ordinato sacerdote il 31 gennaio 1930. Il 28 ottobre 1947 fu arrestato e portato al monastero di Neamt, quindi in quello di Căldăruşani. Lì, il 3 dicembre 1949, ricevette l’ordinazione episcopale da altri vescovi prigionieri. La notizia di quell’ordinazione clandestina arrivò ai funzionari del regime comunista, che ordinarono il suo trasferimento al penitenziario di Sighetul Marmaţiei. Le privazioni e i lavori forzati lo condussero ad ammalarsi, ma l’infermiere del carcere lo collocò in una cella non riscaldata, dove morì il 15 gennaio 1955. I suoi resti mortali vennero sepolti in un luogo imprecisato del cimitero del carcere. È stato inserito nella causa di beatificazione che comprendeva in tutto sette vescovi morti dal 1950 al 1970, durante la persecuzione religiosa portata avanti in Romania dal regime comunista. La beatificazione dei sette vescovi è stata fissata a domenica 2 giugno 2019, durante il Viaggio Apostolico in Romania di papa Francesco. La loro comune memoria liturgica è fissata al 2 giugno.



Tit Liviu Chinezu nacque nel 1904 presso Huduc, odierna Maioreşti. Suo padre era sacerdote greco-cattolico. Nel 1925 inizio gli studi teologici a Roma, presso il collegio Sant’Atanasio. Ottenuto il dottorato in filosofia e teologia, poté ricevere l’ordinazione presbiterale il 31 gennaio 1930.
Nel 1931 fece ritorno a Blaj e fu nominato professore alla Scuola Normale di Maestri elementari. Nel 1937 venne poi trasferito all’Accademia Teologica e nel 1947 a Bucarest come protopope. Il 28 ottobre fu arrestato e portato al Monastero di Neamt, insieme ad altri 25 sacerdoti greco-cattolici. Trasferito poi a Căldăruşani, il 3 dicembre 1949 ricevette l’ordinazione episcopale da altri vescovi prigionieri.
Nonostante tutte le precauzioni prese affinché il regime non venisse a sapere dell’evento, la notizia si diffuse ugualmente ed il neovescovo Tit Liviu Chinezu fu allora trasferito al penitenziario di Sighetul Marmaţiei.
A causa dei lavori forzati, della fame e del freddo Tit Liviu Chinezu si ammalò gravemente. Avvisato l’infermiere del carcere della sua situazione, questi con la scusa di portarlo in infermeria lo isolò ancor di più in una cella più grande, non riscaldata, dove dopo soli due giorni, il 15 gennaio 1955, morì letteralmente congelato per il freddo.
Venne sepolto di notte, senza feretro, in un luogo imprecisato del cosiddetto Cimitero dei Poveri. Nei suoi confronti non era mai stato celebrato un processo e conseguentemente non era mai stata emessa una condanna.
Il 28 gennaio 1997 la Santa Sede ha concesso il nulla osta per l’avvio della comune causa di beatificazione e canonizzazione di monsignor Chinezu e degli altri sei vescovi greco-cattolici morti negli anni del regime comunista in Romania.
Il processo eparchiale (ossia diocesano) per il riconoscimento del loro martirio è iniziato il 16 gennaio 1999 a Blaj e si è concluso il 10 marzo 2009. Il 7 novembre dello stesso anno sono stati aperti i plichi della relativa documentazione, convalidata col decreto del 18 febbraio 2011. Dopo sette anni di lavori, nei quali sono emerse altre testimonianze d’archivio, è stato possibile ultimare la “Positio super martyrio”, consegnata nel 2018.
Il 19 marzo 2019, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui i sette vescovi venivano ufficialmente dichiarati martiri. La loro beatificazione è stata fissata a domenica 2 giugno 2019, nel corso del viaggio apostolico in Romania dello stesso Pontefice. La comune memoria liturgica è fissata al 2 giugno, anniversario della beatificazione.


Autore:
Don Fabio Arduino ed Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2019-06-02

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