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Santi Adriano e Natalia Sposi e martiri

8 settembre

† Nicomedia, Bitinia, IV secolo

I santi coniugi Adriano e Natalia subirono insieme il martirio presso Nicomedia in Bitinia, ma il Martyrologium Romanum commemora in data odierna solamente Adriano, in onore del quale il papa Onorio I tramutò in chiesa la curia del Senato Romano

Martirologio Romano: A Roma, commemorazione di sant’Adriano, martire, che a Nicomedia in Bitinia, nell’odierna Turchia, subì il martirio e in suo onore il papa Onorio I trasformò in chiesa la curia del Senato Romano.


L'unica notizia certa è che esisteva un culto antico e molto forte di un Adriano, martire di Nicomedia, sia in oriente che in occiden­te. II nuovo Martirologio Romano ricorda il santo in questo giorno senza commenti ulteriori. Il resto è supposizione e leggenda.
I bollandisti e l'antico Martirologio Romano affermavano l'esistenza di due diversi Adriani di Nicomedia, entrambi morti martiri, ma in persecuzioni diverse e i cui resti vennero portati ad Argiropoli. Quanto segue è un riassunto di questi racconti.
Si dice che un Adriano fosse un ufficiale pagano alla corte imperia­le a Nicomedia. Assistette al maltrattamento di ventitré cristiani e di­chiarò che anch'egli era cristiano e voleva unirsi a loro. Venne impri­gionato. La sua giovane moglie, Natalia, una cristiana a cui era stato sposato per tredici mesi, fu informata dell'accaduto e corse alla prigio­ne, baciò le sue catene e lo curò. Egli la mandò a casa, promettendo­le di tenerla informata. Quando seppe che stava per essere ucciso, Adriano pagò il guardiano della prigione perché lo lasciasse andare a salutare la moglie, ma ella quando lo vide, pensando che avesse rinne­gato la sua fede, gli sbatté la porta in faccia. Egli le spiegò che gli altri prigionieri erano stati presi in ostaggio fino al suo ritorno, ed essi ritor­narono alla prigione insieme. Natalia bendò le ferite dei prigionieri e si prese cura di loro per una settimana. Adriano fu portato davanti al­l'imperatore ma rifiutò di sacrificare agli idoli, allora .venne frustato e riportato in cella. Altre donne seguirono l'esempio di Natalia, ma l'imperatore impedì loro di entrare in prigione. Allora Natalia si tagliò i capelli, indossò abiti maschili ed entrò in prigione come al solito.
I martiri furono condannati alla morte per spezzamento degli arti. Natalia chiese che il marito potesse essere ucciso per primo, così da ri­sparmiargli la vista dell'agonia degli altri. Ella gli mise le gambe e le braccia nei ceppi, e rimase inginocchiata sul posto mentre il marito veniva ucciso, riuscendo a nascondere una sua mano nei vestiti. Quan­do i corpi vennero bruciati, dovettero trattenerla per impedirle di get­tarsi nel fuoco. La pioggia spense le fiamme e i cristiani poterono con­servare delle reliquie dei martiri, che furono portate e seppellite ad Argyropolis, sul Bosforo vicino a Bisanzio.
Un ufficiale imperiale iniziò a tormentare Natalia con offerte di ma­trimonio, così ella portò la mano del marito ad Argyropolis, dove mori in pace poco dopo il suo arrivo. Ella fu considerata martire per associa­zione, perché il suo corpo fu seppellito con i resti degli altri uccisi.
Questo racconto di chiara invenzione si dimostrò molto commo­vente, rendendo Adriano un martire molto popolare in passato. Di­versi quadri ricordano in maniera raffinata, a volte splendida, la sua morte e l'intervento di Natalia. Era il patrono dei macellai e dei solda­ti e veniva invocato contro la peste.
L'antico Martirologio Romano indicava il 4 marzo come il giorno della sua morte, e l'1 dicembre per quella di Natalia e l'8 settembre per il trasporto dei loro resti a Roma. La festa comune dei santi Adria­no e Natalia, martiri, era l'8 settembre.
Tuttavia un altro Adriano (5 mar.) ricordato da Eusebio come un martire di Cesarea sotto Diocleziano, a volte confuso con il primo Adriano, ha una tradizione più affidabile e molto diversa.
Si dice che sia stato ucciso a Nicomedia sotto Licinio, che fosse il figlio dell'imperatore Probo, che aveva rimproverato Licinio per le sue persecuzioni contro i cristiani. L'imperatore ordinò che venisse ucciso. Suo zio Domizio, vescovo di Bisanzio, seppellì il corpo nei sobborghi della città chiamata Argyropolis. L'antico Martirologio Ro­mano fissa la memoria di questo Adriano il 26 agosto. Il racconto è ugualmente inaffidabile, e meno accattivante degli altri.


Autore:
Alban Butler

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Aggiunto/modificato il 2009-04-28

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