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San Frodoino Abate di Novalesa

10 maggio

† 816

Frodoino figlio di un nobile franco (Magafredo), giovanissimo fu “oblato” al monastero dei Santi Pietro e Andrea di Novalesa, ove poi fu anche monaco.Il 10 febbraio 773, alla morte dell’abate Asinario, assunse il governo. Egli resse l’abba-zia in uno dei tempi di maggior splendore. Era amico di Carlo Magno, il quale stabilì pres-so la Novalesa il quartiere generale nella battaglia delle Chiuse (presso la Sacra di San Michele) che gli aprì la via verso Roma, immortalata nell’Adelchi manzoniano. Carlo Ma-gno non dimenticò l’amicizia e l’aiuto dell’abate, determinanti per l’esito della guerra e concesse numerose franchigie e donazioni all’abba-zia.Occupata l’Italia, incoronato in Roma nell’aprile 774 re dei Longobardi, Carlo Magno sul-la via del ritorno si soffermò nuovamente in Novalesa, dove affidò a Frodoino il figlio Ugo in tenera età, affinché ne facesse un buon monaco.Frodoino fu uomo di grande saggezza e di grande attività: diede valido incremento agli studi presso i suoi monaci. Sotto di lui lavorò il monaco Atteperto, famoso copista di cui si conserva ancora un magnifico evangeliario.Dopo quarantatre anni di governo, Frodoino, celebre per nobiltà e splendore di virtù, mo-rì in fama di santità nell’816. E’ ricordato il 10 maggio.


Figlio del nobile franco Magafredo, fu, giovanissimo, « oblato » del monastero dei SS. Pietro e Andrea di Novalesa, del quale, il 10 febb. 773, alla morte dell'abate Asinario, assunse il governo. Egli resse l'abbazia in uno dei periodi di maggiore splendore ; amico fraterno di Carlo Magno, legò il proprio nome a grandi episodi della storia d'Italia.
Nel 772 papa Adriano I, in guerra con Deside­rio, re dei Longobardi, chiamò Carlo Magno in aiuto: l'imperatore varcò il Moncenisio nel sett. 773, ma trovò munitissime fortificazioni allo sboc­co della valle segusina (Clausa Langobardorum, oggi Chiusa di San Michele). Carlo Magno, stabi­lito nell'abbazia di Novalesa il quartiere generale per la battaglia che gli aprì la via verso Roma, immortalata nell'Adelchi manzoniano, non dimen­ticò l'amicizia e l'aiuto dell'abate, determinanti per l'esito della guerra, e concesse numerose franchigie e donazioni all'abbazia, delle quali abbiamo diretta testimonianza nel Chronicon Novalicense (ms. dell'XI sec.), e nei Diplomi originali del 773 e del 779, custoditi nell'Archivio di Stato di Torino.
Occupata l'Italia, incoronato in Roma nell'apri­le 774 re dei Longobardi, Carlo Magno sulla via del ritorno si soffermò nuovamente in Novalesa, dove affidò a Frodoino il figlio Ugo in tenera età, affin­ché ne facesse un buon monaco. Dopo Amblulfo, successore di Frodoino, Ugo divenne abate. Per amore del figlio, Carlo Magno fece larghe donazioni alla abbazia, fra le quali il corpo di s. Valerico, traslato da Novalesa nel 906 per sottrarlo all'invasione dei Saraceni, ed oggi conservato nel santuario torinese della Consolata.
Frodoino diede notevole incremento agli studi; sotto di lui lavorò il monaco Atteperto, famoso copista di cui si conserva ancora un magnifico Evangeliario. Dopo quarantatre anni di governo, morì in fama di santità nell'816; è ricordato il 10 maggio.


Autore:
Giuseppe Gazzera


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2009-05-22

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