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Serva di Dio Angelina Pirini Giovane laica

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Cesenatico, Forlė-Cesena, 30 marzo 1922 - 2 ottobre 1940


Angelina Pirini nacque a Celle di Sala di Cesenatico il 30 marzo 1922, primogenita di quattro sorelle. All’età di sei anni ricevette la Cresima; il 15 giugno 1930 si accostò per la prima volta all’Eucaristia, che poi costituì per lei la sorgente di altissima spiritualità fino a darle un accento inconfondibile.
Di famiglia umile e modesta, Angelina crebbe nella semplicità delle cose in consonanza con l’ambiente di campagna, proprio della Parrocchia di Sala. Frequentò l’Asilo condotto dalle Suore Canossiane e Francescane e quindi la scuola fino alla V elementare.
A dodici anni, quando già attendeva ai lavori di casa e accudiva le sorelline, volle anche applicarsi al mestiere di sarta presso una vicina di casa. Cresceva sana e robusta e la sua giornata era vissuta tra casa, lavoro e chiesa. Iscritta all’Azione Cattolica già dalla più tenera età, ella, fin dal giorno della prima Comunione, ogni mattina andava a Messa. Anche in quelle giornate estive in cui la chiesa restava vuota, anche d’inverno con la neve. La Messa si diceva molto presto e lei a volte andava facendosi strada con una piccola candela o con una lanterna. Poi restava in chiesa con le mani giunte ed in ginocchio.
L’anno di grandissima importanza per Angelina, l’anno che lei stessa dice decisivo, punto di partenza della sua vita spirituale fu il 1934, in occasione dell’arrivo del nuovo parroco don Giuseppe Marchi. Questi, volendo subito rianimare la Parrocchia, rifondò l’Azione Cattolica, diede nuovo impulso alla cultura religiosa, al culto dell’Eucaristia e della Passione di Gesù secondo il programma dell’Associazione: preghiera - azione -sacrificio.
Superato il non piccolo travaglio che le procurò una sua imprudenza, Angelina ebbe l’incarico di Delegata Beniamine l’8 dicembre 1934: incarico che svolse fino al 1937 quando divenne Delegata Aspiranti e poi Presidente della Sezione femminile.
Angelina mise nell’apostolato tutta la sua buona volontà, le capacità, il fervore; per la sua azione, l’Associazione e la stessa Parrocchia si videro rifiorire. Era un’educatrice finissima: cercava proprio di entrare nella psicologia delle bambine. Trovava cosa stupenda poter loro parlare di Dio e del Suo Amore!…
“Oh, come è bello parlare alle anime dell’Amore. In mezzo a queste anime mi vedo come una sacerdotessa che tiene tra le sue mani Gesù nel Suo Corpo Mistico!… Come mi commuove!”.
Angelina era assetata di perfezione e di santità, voleva consacrarsi al Signore…, e l’8 dicembre 1936 il suo Direttore spirituale le permise di emettere il voto di verginità, che poi ripeté nell’anno 1937. Ma intanto nel luglio del medesimo anno Angelina era stata colpita da forti dolori addominali. Ricoverata d’urgenza all’Ospedale di Cesenatico subì il primo intervento per appendicite perforata: fu solo l’inizio, poiché non si riprese più.
Si fece di tutto per poter risolvere il caso: dal 31 luglio I 938 al 4 agosto fu a Bologna per accertamenti presso la Clinica 5. Orsola; dal 19 agosto al 25 dello stesso mese cercò riposo e ristoro a Balze di Verghereto sul nostro Appennino tosco-emiliano; nel settembre fu di nuovo ricoverata all’Ospedale di Cesenatico per un secondo intervento, esplorativo… Ma non si venne a capo di niente… Così la malattia avanzò inesorabile e quando si riuscì a darle il nome di tisi intestinale non c’era più nulla da fare.
Tutto ciò non bloccò né spaesò Angelina. Ella anzi ravvivò sempre più il suo desiderio di santità e fece della sofferenza fisica e della sofferenza morale, che dovette subire proprio in famiglia per l’incomprensione del padre, il materiale prezioso, il tesoro per la sua offerta di vittima al Signore; vittima di riparazione, un martirio d’amore per il mondo intero: la Chiesa, il Papa, i Sacerdoti, i Missionari, le anime consacrate e tutte le anime…
Infatti il 16 giugno 1938 si legava a Gesù Eucaristia col voto di castità perpetua e col voto di vittima, per essere unita, nella gioia, alla Passione redentrice di Gesù.
“Vivere l’Eucaristia, viverla nelle ore di abbandono e di in-comprensione, nell’ora in cui per questo genere di sofferenza l’anima assomiglia all’Ostia viva dei nostri Altari…!; Mi offro per i Sacerdoti perché siano santi, per i missionari perché, o Gesù, Tu dia loro forza e coraggio…, perché Tu protegga il Papa, nostro dolce Cristo in terra… Gesù io desidero partecipare ai Tuoi dolori. Ne ho il diritto, essendo la Tua piccola sposa… Voglio morire martire per Te e per la Tua Gloria
Per essere proprio simile a Gesù in tutto, a Gesù che, Figlio di Dio, si fece ubbidiente fino alla morte di Croce, Angelina emise il voto di ubbidienza al suo Direttore spirituale nel giorno 11 febbraio 1939.
Mai sazia di darsi, ecco il suo ultimo impegno apostolico il 16 luglio 1939: insieme al Padre spirituale, davanti al Crocifisso stabili il Patto di Alleanza, per vivere solo per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime.
Nel suo ultimo anno di vita e oltre, Angelina fu nella notte dello spirito, la prova delle prove: quello che è considerato il sigillo di Dio che chiama all’esercizio della fede, della speranza e della carità, mentre dentro di noi tutto è buio e tutto è arido. Angelina ne esperimentò tutta la forza purificatrice.
Vicina a morire, quando già respirava a fatica ed era senza voce, Angelina chiese a Gesù di poter cantare con le sue bambine, che con il parroco le portavano il Viatico: Gesù la accontentò ed ella si mise a cantare a voce dispiegata, nella meraviglia di tutti.
È morta il 2 ottobre 1940 alle prime ore del giorno dedicato alla memoria degli Angeli Custodi, che Angelina chiamava i suoi fratellini.
Tra i suoi scritti ricordiamo il Diario conservato mano­scritto in tre fascicoli, i Resoconti Spirituali e il Testamento spirituale. Guardando Angelina siamo certi di avere davanti ai nostri occhi la figura di una ragazza che nel cammino della perfezione cristiana ha bruciato tutte le tappe, coniugando a meraviglia quelle due realtà per noi diametralmente opposte: il dolore e la gioia.
La Sacra Congregazione per le Cause dei Santi ha dato il “nulla osta” per l’inizio del processo diocesano il 27 luglio 1985.
Dall’ultima pagina del suo Diario:
“… Ho bisogno di amore puro, o Gesù, per ricambiare il Tuo amore infinito: dammelo. Ho sete di silenzio, di nascondimento, di mortificazione per poter assomigliare a Te, per potermi identificare con Te, o Gesù, Ostia di amore. Ho sete…, ho sete di Te…, brucio: Gesù, dammi da bere,Tu che sei la fonte della vita perché io non muoia, ma viva e viva solo di Te, o Gesù, e viva solo per Te. Voglio essere Tua fino alla consumazione e consumarmi per Te… Padre mio che sei nei cieli, io credo in Te e Ti amo. Si, Padre mio, Ti amo. Sia santificato il Tuo Nome, venga il Tuo Regno, sia fatta la Tua volontà, o Padre, come è fatta in cielo. Padre, sono un povero nulla e nella profondità del mio nulla e nella conoscenza della mia infermità, grido a Te l’amore puro. A Te che vedo tutto bello, santo e infinitamente misericordioso: grido a Te l’amore mio, Padre, per l’onore e la gloria del Figliolo, il Tuo e mio Gesù, che essendo me e Te stesso, mi fece partecipare di Te, Padre benedetto”.


Fonte:
www.azionecattolica.it

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Aggiunto/modificato il 2010-01-08

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