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Mons. Vincenzo Savio Vescovo salesiano

Testimoni

Osio Sotto, Bergamo, 6 aprile 1944 - Belluno, 31 marzo 2004


La vocazione

Mons. Vincenzo Giovanni Savio, S.D.B. nasce a Osio Sotto, in Diocesi e provincia di Bergamo il 6 aprile 1944, da Augusto e da Santina Arnoldi; è il sesto di sette fratelli. Mostra fin da giovane una spiritualità profondissima, oltre ad un’intelligenza vivace, coltivate ambedue dai curati del paese, specialmente Don Angelo Paravisi, attuale Vescovo di Crema.
Frequentate al suo paese le classi elementari, dà l’esame di licenza per poter accedere al Seminario Minore dei Salesiani a Strada Casentino (AR). Entra in Seminario il 26 settembre 1955. A Pietrasanta (LC) completa gli studi ginnasiali. Ammesso al noviziato, sempre a Pietrasanta, al termine del previsto itinerario formativo, ha emesso la professione religiosa il 16 agosto 1961 e quella perpetua nel 1967. Sono gli anni del Concilio: il seminarista Vincenzo Savio ne segue con passione lo svolgersi.
Dopo aver completato gli studi superiori a Nave (BS), consegue il Diploma di Maturità Magistrale e, sempre a Nave, frequenta l’anno filosofico. Terminata l’esperienza pratica di tirocinio triennale nel Seminario Minore di Pietrasanta, compie gli studi teologici a Roma prima all’Università Pontificia Salesiana e poi all’Università Lateranense dove consegue la licenza in teologia (1972). Sue guide spirituali i salesiani Don Arturo Morello e Don Giuseppe Sangalli, che ricorderà sempre con gratitudine.
Viene ordinato Sacerdote il 25 marzo 1972, presso la Basilica del S. Cuore di Roma, nella Congregazione dei Figli di Don Bosco. Don Vincenzo Savio pone fin da subito sotto la protezione di Maria, la Vergine Annunciata, il suo sacerdozio. È aggregato all’Ispettoria salesiana toscana.

Primi incarichi ministeriali

Dal 1972 al 1976 è direttore dell'Oratorio-Centro Giovanile di Savona e responsabile del gruppo vocazionale della sua Ispettoria, poi divenuta Ligure-Toscana. Il ’68 è passato anche per Savona: molti giovani ne sentono la tensione ideale, ma non riescono a tradurla in impegno etico, sociale e politico se non con la lotta armata. In certi periodi la città conta due attentati alla settimana. Don Vincenzo si fa carico di questa situazione: il suo Oratorio diventa il centro propulsore di una proposta nonviolenta, allora originale e rivoluzionaria. Passano in quelle sale le persone che sarebbero divenute protagoniste dal Cattolicesimo italiano negli anni successivi: per tutti i nomi di Luigi Accattoli e Maurilio Guasco. Ricusa una prima nomina a parroco propostagli dal suo Ispettore Don Pasquale Liberatore, poi postulatore generale della Congregazione Salesiana, perché si sente troppo giovane; sceglie invece di vivere un’esperienza di qualche mese in Calabria, ad Isola Capo Rizzuto, dove conosce la realtà di un paese che vive sotto l’incubo della ‘ndrangheta. Una predicazione sul libro dell’E sodo, focalizzata sul Signore JHWH che libera il suo popolo dalla schiavitù degli Egiziani, lo pone nell’occhio del ciclone. Viene sequestrato e picchiato; rilasciato dopo poche ore, è in pericolo costante di morte. I suoi superiori lo richiamano in Toscana, dove, dopo un anno di impegno nel convitto, è nominato parroco della Parrocchia del S. Cuore a Livorno, la parrocchia più popolosa della città e della Diocesi. Il Vescovo, Mons. Alberto Ablondi, trasalisce di fronte alla proposta di ratificare la nomina di un parroco così giovane: lo fa chiamare per comunicargli le sue perplessità… già da quel colloquio, però, nasce tra i due un’amicizia profondissima, mai spentasi.

In parrocchia e altri incarichi

Rimane parroco della parrocchia di S. Cuore di Livorno dal 1977 al 1985. Ha di quegli anni un ricordo bellissimo, specie per la sua animazione della Pastorale Giovanile: d’estate lascia la parrocchia ai confratelli salesiani per portare i giovani in Lo stemma del vescovo Vincenzocampeggio in ogni parte d’Italia: da questa intensissima opera formativa escono bellissime figure sacerdotali e laicali, molti dei quali impegnati ora in politica, a livello locale, nazionale, europeo. In questi anni collabora con la segreteria del Sinodo diocesano di Livorno.
Nel 1985 torna a Roma per conseguire alla Pontificia Università Salesiana la licenza in spiritualità. La sua tesi, presentata nel 1986 al prof. A. M. Triacca, reca il titolo: Lo Spirito Santo dono pasquale presente e operante presso l’infermo secondo il nuovo Ordo Unctionis Infirmorum. Don Savio rifiuta la carriera accademica. Viene quindi destinato a Firenze come animatore dei giovani della parrocchia salesiana della Sacra Famiglia e contemporaneamente viene coinvolto e nominato dall’arcivescovo, Card. Silvano Piovanelli, segretario generale del Sinodo fiorentino.    Nel 1990 è regolatore del Capitolo ispettoriale Salesiano; nello stesso anno partecipa, come delegato dell’Ispettoria, al Capitolo Generale XXIII.
Riceve sempre nel ’90 la nomina a Direttore della Comunità Salesiana e gestore delle Scuole medie e Liceo di Alassio (SV). Terrà quest’incarico sino alla sua nomina episcopale.

Vescovo a Livorno

Il 14 aprile 1993 è nominato Vescovo titolare di Garriana. Viene ordinato Vescovo il giorno di Pentecoste, 30 maggio, 1993 nella Chiesa di S. M. del Soccorso a Livorno. Riceve la nomina a Vescovo ausilare e Vicario generale della Diocesi di Livorno. La Conferenza Episcopale Toscana gli affida il compito di rappresentarla nei settori delle comunicazioni, dell’ecumenismo, e poi per la scuola e per la facoltà teologica del centro Italia.

A Belluno-Feltre

È nominato Vescovo della diocesi di Belluno-Feltre il 9 dicembre 2000. Inizia il L'arrivo di S.E. Monsignor Savioservizio pastorale nella diocesi di Belluno-Feltre con la S. Messa in Cattedrale Domenica 18 febbraio 2001, VII del Tempo Ordinario. Oltre agli impegni istituzionali, dedica i primi giorni del suo servizio alla visita delle zone pastorali: Cadore e Ampezzo, l’Agordino, la Valbelluna, non tralasciando i degenti dell’Ospedale di Belluno e i sacerdoti anziani e ammalati. Sabato 24 febbraio sale al Santuario dei SS. Martiri Vittore e Corona: ne rimane affascinato. Celebra poi la prima S. Messa nella Concattedrale di Feltre.
Si fa subito notare per una capacità relazionale capace di mettere a proprio agio ogni genere di persone, dalle autorità più alte ai bambini più piccoli, che saluta immancabilmente battendo il “cinque” col palmo della mano. Conosce ben presto la realtà dell’emigrazione, visitando gli emigranti bellunesi della famiglia Nord Reno-Westfalia, in Germania, il mese di giugno.
Il 26 agosto è a Canale d’Agordo e per la prima volta presiede la S. Messa nell’anniversario dell’elezione al soglio pontificio di Albino Luciani; il 28 settembre è a Roma per la Cappella Papale in suffragio di Papa Giovanni Paolo I. Percorre fin da subito tutta la Diocesi, attento ad ogni realtà, anche le più piccole. E tutto questo senza trascurare gli impegni, anche gravosi, che nascono dai suoi incarichi a livello di Conferenza Episcopale Triveneta (Presidente della Commissione per la catechesi e l’evangelizzazione) e Italiana (Segretario della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso; per adempiere questo incarico compie diversi viaggi a Roma e uno a Strasburgo). La sua competenza nella teologia e nella prassi sinodale gli fruttano molti inviti per l’animazione dei Sinodi in varie Diocesi d’Italia: è a Noto (settembre 2001), Verona (ottobre 2001), Tempio Pausania – Ampurias (settembre 2002). Quale membro del Consiglio di Amministrazione della Società biblica italiana, si reca sovente per le riunioni a Roma dove ha anche occasione di incontrare il S. Padre per il XXV anniversario della traduzione interconfessionale del Nuovo Testamento.Il vescovo Vincenzo incontra
Il 29 settembre inaugura, presso i locali del Seminario di Feltre, la mostra delle Iconostasi di Livorno: la mostra ottiene un successo al di là di ogni previsione e crea un coinvolgimento di tutte le forze vive della città. È il primo esempio di missione attraverso l’arte, che grazie a Mons. Savio entra con forza nella vita pastorale diocesana.

Il Sinodo diocesano


In ottobre e novembre incontra tutte e singole le foranie e ne capisce le peculiarità e i problemi. Intuisce la policromia delle realtà diocesane e cerca di esaltarne la specificità senza cadere nel campanilismo; per questo comincia ad indicare alla Diocesi la possibilità di essere sinfonia di vocazioni. Sono le prime avvisaglie del grandioso progetto del Sinodo.
La Diocesi ha bisogno di preparazione a quest’avventura e il Vescovo si impegna in prima persona: è lui a tenere un corso sul Sinodo alla Scuola di Formazione Teologica presso il Seminario di Belluno nei mesi di febbraio-marzo. L’anno pastorale riceve la forma dell’ascolto: ne è tappa fondamentale il I Convegno Diocesano di Quaresima (Centro Diocesano Giovanni XXIII, 14-15 febbraio 2002) sul tema: Ascolta un grido: il malato mentale al tuo fianco. Quest’incontro, con la presenza significativa dei rappresentanti delle ULSS e della pubblica amministrazione, porta la Chiesa diocesana ad interessarsi al tema del disagio psichico e preannuncia la sfida sinodale del “vedere” le realtà presenti nel nostro tessuto sociale, ma non ritenute meritevoli di particolare attenzione nei programmi pastorali delle comunità. Sono mesi di preparazione, di riunione di commissioni ancora informali e di esperti: il Sinodo viene annunciato nella Basilica Cattedrale di Belluno il giorno di Pentecoste del 2002, Domenica 19 maggio. Nella stessa data viene divulgata la lettera pastorale Se tu mi ascoltassi!….

La malattia

Dal 23 giugno all’ 8 luglio è in Brasile, in un viaggio che ha un duplice scopo: conoscere gli emigranti bellunesi e feltrini in America Latina e la vita dei missionari Fidei Donum. Ne torna affaticato.
Ciò non gli impedisce di vivere un’estate a tempo pieno (primi incontri per organizzare l’iniziativa Tesori d’arte nelle Chiese dell’Alto Bellunese per le chiese della parrocchia di Vigo di Cadore, in cui Mons. Savio riesce a riunire allo stesso tavolo tutti gli enti interessati al progetto) e di prendere parte, come ogni anno, al pellegrinaggio diocesano dell’U.N.I.T.A.L.S.I. a Lourdes in settembre. Il 18 ottobre, al Santuario dei SS. Martiri Vittore e Corona, viene letta la bolla che conferisce al Santuario la dignità di Basilica Minore. Il 19 ottobre l’ecografia e la TAC all’ospedale San Martino di Belluno. Non sospende alcun impegno; il 20 ottobre celebra S. Messa e Cresime in tre parrocchie. Il 21 Ottobre il primo ricovero alla clinica Humanitas di Rozzano Milanese, dove gli viene chiaramente spiegata la natura del male, tumore maligno esteso, e la sua gravità. È riuscito, prima della diagnosi, a visitare sedici su diciassette foranie della Diocesi per la spiegazione della seconda fase del Sinodo.
I cicli di chemioterapia, affrontati prima a Rozzano Milanese, poi a Belluno, non interrompono impegni ed attività. A Natale presiede la S. Messa nella Basilica Cattedrale e il giorno dopo nella Concattedrale. Il primo giorno del nuovo anno non si sottrae alla Celebrazione a Belluno.

Inverno 2002 – primavera 2003

Il rigore dell’inverno limita molto le uscite del Vescovo: è però un periodo di intensa riflessione e di ancora maggiore progettualità. Il suo diario registra in questi mesi una lunga serie di incontri con la Commissione centrale del Sinodo; con il Centro Missionario, per il convegno dei Fidei Donum diocesani (poi tenuto a Borca di Cadore dal 13 al 18 ottobre); con l’équipe costituita per la ricerca preliminare necessaria a raccogliere le informazioni relative alla vita e all’opera di Papa Luciani, in vista dell’apertura della Causa di beatificazione e canonizzazione, annunciata dal Vescovo a Canale d’Agordo il 28 agosto 2002.
La primavera gli permette le prime uscite: il primo giorno di marzo del 2003 saluta i partecipanti al Convegno diocesano di liturgia e sale al Cimitero delle Vittime del Vajont a Fortogna, dove benedice la prima pietra della nuova opera. Il 20 marzo accoglie l’invito dei Sindacati confederali a prendere parte alla manifestazione contro la guerra in Irak, nella quale pronuncia uno dei suoi discorsi più applauditi e citati, ricordando il ramo di mandorlo già visto dal profeta Geremia. Il 30 marzo ricomincia a presiedere alcune Cresime.
Il 14 maggio prende corpo in una riunione da lui presieduta il progetto di restauro del Vescovado Vecchio di Feltre e del Museo diocesano. L’8 giugno, Pentecoste, prende il via l’anno sinodale del “discernere” e viene distribuita la lettera sinodale Discernere secondo la volontà del Signore; Mons. Savio dà inoltre l’annuncio ufficiale dell’autorizzazione, da parte di Sua Santità, a che la Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Albino Luciani – Papa Giovanni Paolo I si tenga presso la curia diocesana di Belluno-Feltre. Il 23 e 24 giugno scende a Chianciano Terme per il Convegno nazionale dei delegati diocesani della Pastorale Sanitaria, dove porta la sua testimonianza. L’estate lo vede a Dosoledo e a Vallada Agordina per alcuni giorni di riposo in mezzo alle montagne, accompagnato sempre dalla sorella. Anche in questi giorni non sospende le udienze e le telefonate; legge con avidità e scrive molto.

Un autunno intenso

L’autunno segna l’apogeo della sollecitudine pastorale di Mons. Savio. Il 2 di ottobre Il vescovo Vincenzo Savio durante l'avvio del Processo di Beatificazione di Papa Lucianipresenta ai Sacerdoti la nota pastorale Quale Chiesa per la nostra terra, che sintetizza i risultati dell’analisi socio-religiosa tenuta in Diocesi; alla sera l’opera è presentata al Centro Giovanni XXIII, nella sala teatro, traboccante di gente. L’8 di ottobre il Presidente della Repubblica Ciampi visita le città di Belluno e Feltre. Il Presidente incontra a tu per tu il Vescovo in Prefettura e fa sapere poi che è rimasto edificato. Il 9 ottobre è a Longarone per il XL anniversario del Vajont: Mons. Savio presiede l’Eucaristia in suffragio delle vittime cui partecipa anche, in forma privata, la coppia presidenziale. Ci sono le foranie da visitare per la nuova fase del Sinodo; c’è il convegno dei Fidei Donum, inedito nel panorama ecclesiale italiano. Mons. Savio vuole che il mese di novembre sia dedicato alla riflessione sulla santità: per la festa del patrono S. Martino è a Belluno S. Em.za il Card. Giovanni Battista Re, che spiega alla cittadinanza la continuità dell’originale servizio dei Papi Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. Il Consiglio comunale di Belluno, all’unanimità, gli conferisce in quella data il Premio San Martino. Il 23 novembre, alla presenza di S. Em.za il Card. José Saraiva Martins, C.M.F., Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, apre in Cattedrale il Processo di Beatificazione e Canonizzazione di Papa Luciani.

L’aggravamento e la morte

La vigilia di Natale visita i carcerati a Baldenich; presiede le celebrazioni natalizie a Belluno e a Feltre. Il giorno di S. Stefano non si sente bene e passa la giornata a letto.
È una grave crisi dell’apparato digerente, ormai compromesso, che si risolve parzialmente solo a fine gennaio, con un piccolo intervento in ospedale.
Mons. Savio sta però cominciando lentamente a rendersi simile alla sofferenza di quel volto di Cristo del Beato Angelico che vuole portare in Diocesi, per ovviare ad una realtà preoccupante segnalata dall’analisi socio-religiosa: l’indifferenza, anche nelle persone religiose, alla persona di Cristo.
Ormai costretto quasi sempre al riposo, non cessa di programmare e di spendersi fino all’ultimo per la sua Diocesi.
Noncurante del freddo e della neve, esce per dare un fugace, ma intenso, saluto ai partecipanti al II Convegno Diocesano di Quaresima (sul problema dei giovani lavoratori) la sera del 26 febbraio.
Domenica 21 marzo un ricovero in Ospedale a Belluno conferma l’estrema gravità della situazione. Torna in Vescovado il 24 marzo. Il 25 concelebra nella sua stanza la S. Messa e riceve la Comunione: ai presenti chiede di pregare per il perdono dei suoi peccati. Il 27 marzo si aggrava: un canonico lo confessa e gli conferisce l’Unzione dei malati. Riesce tuttavia a ricevere la visita del Rettor Maggiore dei Salesiani Don Pascual Chàvez Villanueva e a vedere nella sua stanza, per pochi minuti, la Testa del Redentore del Beato Angelico: il volto di Mons. Vincenzo, dopo la contemplazione del quadro, traspira felicità e serenità.
Domenica 28 marzo fa aprire le porte del Vescovado e riceve una fila interminabileil vescovo Vincenzo di sacerdoti: un quarto del clero diocesano ha potuto vederlo sul letto di morte. Chiede ad essi perdono per quanto non ha potuto fare per loro: da ognuno riceve la benedizione.
Muore, dopo giorni di sofferenze, assistito dalle sorelle e dalla nipote, dai sacerdoti suoi più stretti collaboratori, dai medici dell’Ospedale di Belluno: sono le 8.42 di mercoledì 31 marzo.
Come Mosè, dalla vetta del Monte Nebo, vide la terra di Canaan, promessa alle dodici tribù d’Israele, ma non potè entrarvi, così Mons. Vincenzo Giovanni Savio, S.D.B. ha indicato alla Diocesi di Belluno-Feltre ideali ampi di vita cristiana, ed ha insegnato ai cristiani ed alle cristiane a guardare alla loro realtà in un altro modo. Forse non tutti siamo stati in grado di vedere quello che Lui ha visto: ma tutti abbiamo visto nei suoi occhi almeno il riflesso di quei panorami che a lui è stato dato di vedere. Mons. Savio è per noi come l’Apostolo, che ripete: Ciò che noi abbiamo visto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato… ossia il Verbo della vita (perché la Vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta!) noi lo annunziamo anche a voi, perché anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e con Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la vostra gioia sia perfetta (1 Gv 1,1-4).


Fonte:
www.diocesi.it/bellunofeltre/index.htm

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Aggiunto/modificato il 2012-06-29

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