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Beato Giovanni Enrico Luigi Michele Samson Sacerdote e martire

2 settembre

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Avranches, Francia, 25 agosto 1754 – Parigi, Francia, 2 settembre 1792

Jean-Henri-Louis-Michel Samson, nativo della regione francese della Bassa Normandia, trascorse tutta la sua vita sacerdotale al servizio della diocesi di Bayeux, cooperando in stretta sinergia con il suo parroco, Jean-Marie Gombault-Duval. Obbligato a prestare il giuramento costituzionale prescritto dopo la caduta della monarchia, rifiutò con una netta e determinata risposta scritta. Dovette quindi lasciare la parrocchia e rifugiarsi a Parigi, ma, quando cercò di ottenere un lasciapassare per abbandonare la Francia, venne rinchiuso nel convento dei Carmelitani, dove trovò la morte il 2 settembre 1792, assalito dalla folla che già aveva compiuto una strage di membri del clero nell’abbazia di Saint-Germain-des-Prés. È stato beatificato il 17 ottobre 1926 insieme agli altri 190 martiri delle stragi di settembre. La sua memoria liturgica cade il 2 settembre, giorno della sua nascita al Cielo.



Jean-Henri-Louis-Michel Samson nacque il 25 agosto 1754 ad Avranches, nella diocesi di Coutances. Ricevette gli Ordini minori a Bayeux e fu ordinato sacerdote nella sua città natale il 18 settembre 1779. Nominato vicario della parrocchia di Sant’Egidio a Caen, passò in seguito ad essere coadiutore del parroco, Jean-Marie Gombault-Duval: per dodici anni cooperarono al servizio dei parrocchiani, dai quali erano molto apprezzati.
Nel gennaio 1791, l’abbé Samson fu chiamato a prestare il giuramento sulla Costituzione Civile del Clero, secondo la quale i sacerdoti non erano più al servizio della Santa Sede, ma alle dipendenze dello Stato rivoluzionario francese. Mise per iscritto la sua risposta in tono netto e deciso:
«Signori, per rispondere all’onore che mi avete fatto inviandomi la vostra lettera del 15 corrente, dichiaro che nessuno più di me è disposto a dar prova di patriottismo e a salvaguardare la pace pubblica. Perciò ho l’onore di dichiararvi che son pronto a prestare il giuramento civico richiesto dall’Assemblea nazionale nel giorno e nell’ora che voi giudicherete opportuni; ma prima di tutto spero mi consentirete di spiegare la formula del giuramento che intendo prestare, dato che la mia coscienza non mi permette di farlo in modo sommario.
Dichiaro dunque che, riconoscendo nei principi della dichiarazione dei parroci di questa città la dottrina di Gesù Cristo e della sua Chiesa, io l’accetto pienamente in tutta la sua sostanza. Perciò: Giuro di essere fedele alla legge, alla legge che s’accorda con la legge eterna e che da essa promana; alla Nazione di cui faccio parte con gli altri francesi che la compongono e che il Vangelo mi comanda d’amare come me stesso; al Re che rispetto e amo; infine ala Costituzione decretata dall’Assemblea nazionale in tutto ciò che essa non offenderà la religione cattolica, apostolica e romana, di cui sono ministro e nella quale voglio vivere e morire. Questi sono i sentimenti di colui che ha l’onore di essere [firmato] Samson, vicario di Sant’Egidio, a Caen, il 21 gennaio 1791».
La sua protesta fu vana: sia lui che il parroco furono esonerati dalle loro funzioni. Anche i parrocchiani fecero sentire il loro disappunto: dichiararono che non avrebbero considerato legittimi pastori quelli che avrebbero preso il loro posto, anzi, li avrebbero considerati degli intrusi. Lo stesso abbé Samson mise in campo tutti i mezzi legittimi di cui disponeva per ottenere l’esonero dal giuramento: dato che i preti della città non esercitavano una funzione ufficiale, legalmente non erano tenuti a prestarlo, ma vi erano costretti dall’autorità.
Continuò quindi il suo apostolato di nascosto, tra il gennaio e il giugno 1791, finché, il 3 agosto, una nota speciale del Direttorio dipartimentale non ingiunse a lui e al parroco di abbandonare la parrocchia entro otto giorni e di non tornarvi.
Per un anno alloggiò quindi a Parigi, in rue des Postes, nella casa Tourettes, tenuta dai padri Eudisti, che già si erano occupati del seminario di Caen; era insieme ad altri sacerdoti normanni. Il 26 agosto 1792 fu votata la legge di proscrizione che obbligava tutti gli antichi funzionari che si erano rifiutati di prestare il giuramento ad abbandonare il territorio nazionale, muniti di un apposito lasciapassare. L’abbé Samson si presentò quindi all’ufficio che lo rilasciava, ma venne arrestato e internato nel convento dei Carmelitani, diventato una vera e propria prigione esclusiva per il clero.
Alle 16 del 2 settembre 1794, la folla che già aveva compiuto una strage di membri del clero nell’abbazia di Saint-Germain-des-Prés, irruppe ai Carmelitani dalla porta in fondo al giardino del convento. Il primo a cadere fu l’abbé Giraud, che stava recitando il breviario. L’abbé Salins de Niart, anche lui nel giardino, fece per avanzare, ma venne colpito a morte da un colpo di fucile. Quanto all’abbé Samson, scelse di non seguire alcuni compagni che avevano cercato rifugio nella proprietà vicina e, per questo, avevano scavalcato il muro di cinta: «Non voglio fuggire», disse, «davanti al martirio che Dio mi chiede». Il parroco Gombault, invece, riuscì a scampare al massacro, ma venne arrestato il 4 aprile 1793 a Caen e decapitato con la ghigliottina.
I martiri uccisi il 2 settembre nel convento dei Carmelitani furono in tutto 95. Il gruppo, compreso nei 191 martiri delle stragi di settembre, è stato beatificato il 17 ottobre 1926. La memoria liturgica dell’abbé Jean-Henri-Louis-Michel Samson cade il 2 settembre, giorno della sua nascita al Cielo.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2016-09-21

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