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> Home > Sezione Testimoni > Suor Maria Eleonora di Sant’Antonio (Caterina Tassone) Condividi su Facebook Twitter

Suor Maria Eleonora di Sant’Antonio (Caterina Tassone) Cappuccina di Madre Rubatto

Testimoni

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Peveragno, Cuneo, 4 aprile 1874 – Alto Alegre, Brasile, 13 marzo 1901

Caterina Tassone, nativa di Peveragno nel Cuneese, a 23 anni entrò tra le Suore Terziarie Cappuccine di Loano (poi Suore Cappuccine di Madre Rubatto), prendendo il nome di suor Maria Eleonora di Sant’Antonio. Fu destinata alla missione di Montevideo, dalla quale partì, nel 1899, per la missione di Alto Alegre, nel Nord-Est del Brasile. Fu la seconda superiora della comunità e s’impegnò specialmente nell’educazione delle bambine e delle ragazze indigene. Rimase uccisa nel massacro compiuto da indios di varie tribù il 13 marzo 1901, nel quale perirono anche tre sacerdoti Cappuccini, un fratello laico Cappuccino, sei sue consorelle e due Terziari francescani, oltre a più di 250 fedeli. I resti mortali di quelli che sono diventati noti come i “martiri di Alto Alegre” (ossia i Cappuccini, le suore e i due collaboratori laici) sono stati traslati nella nuova chiesa di Barra do Corda, costruita nel 1951, a cinquant’anni dal massacro.



Provenienza e vocazione
Caterina Tassone nacque a Peveragno, in provincia di Cuneo, il 4 aprile 1874, da Domenico Tassone e Maddalena Megrino. Da ragazza era semplice, limpida ed essenziale, avendo ereditato i valori della gente contadina, che mantenne per tutta la vita.
A 23 anni entrò nell’istituto delle Suore Terziarie Cappuccine di Loano, precisamente nella casa- madre di Genova: vestì l’abito religioso il 12 gennaio 1897 e assunse il nome religioso di suor Maria Eleonora di Sant’Antonio.
Pochi mesi dopo, fu destinata alle missioni dell’istituto in America del Sud: partì il 1° giugno 1897, insieme alla consorella suor Maria di San Lorenzo. In cuor suo sapeva di correre il rischio di dare la vita, ma si diceva felice «se avesse avuto la sorte di morire marti¬re per Gesù». Il 19 gennaio 1899 professò i Voti religiosi a Montevideo.

Inviata nella missione di Alto Alegre
Nel 1896, intanto, era stata impiantata definitivamente la missione dei Frati Minori Cappuccini della Provincia lombarda in Alto Alegre, nel Nord-Est del Brasile. Per l’educazione delle bambine del luogo, i Cappuccini pensarono di chiedere l’apporto di una congregazione femminile; tuttavia ricevettero molti rifiuti, anche da congregazioni già ben avviate.
Nell’aprile 1898 il Ministro generale dell’Ordine, padre Bernardo da Andermatt, si rivolse a madre Maria Francesca di Gesù, al secolo Anna Maria Rubatto, la fondatrice (beatificata nel 1993) delle Terziarie Cappuccine di Loano (oggi dette Suore Cappuccine di Madre Rubatto). Lei aderì immediatamente alla proposta e accompagnò di persona sei suore, tutte molto giovani, scelte tra le componenti della comunità di Montevideo.

Un commiato fra le lacrime
Suor Eleonora faceva parte della comunità di Montevideo, dove, come già detto, aveva emesso la professione religiosa. Una consorella della medesima comunità descrisse così la partenza del gruppo, avvenuta il 6 maggio 1899:
«Avevamo appena finito il pranzo – fatto più di lagrime che di cibo – quando sentimmo arrivare le vetture. All’annuncio del loro arrivo, la Madre disse: “Subito in cappella, figlie, a prendere la benedizione di nostro Signore”. Allora tutte fummo intorno: noi che restavamo si piangeva, mentre le partenti, genuflesse vicino a lei, piene di fervore, fecero di sé consacrazione a Gesù dicendo: “Buon Gesù, eccoci dinanzi a Voi. Voi sapete dove andiamo e perché andiamo. Piuttosto di vederci venir meno nella fede, nel nostro servizio o nel nostro amore, fate che ci massacrino o prendeteci con Voi nel modo che a Voi piace”».

L’arrivo in Alto Alegre
Le suore partirono in piroscafo alla volta di Rio de Janeiro, ma arrivarono alla missione di San Giuseppe della Provvidenza il 28 giugno 1899, dopo oltre un mese di viaggio per mare, in battello e infine a cavallo, attraverso la foresta, tra disagi e pericoli di ogni tipo. A loro si aggregò una postulante, che in seguito divenne novizia.
Il 30 giugno 1899, quindi appena due giorni dopo l’arrivo delle suore, fu inaugurato l’istituto femminile per le bambine e le ragazze indie, che venivano nutrite, tenute pulite e istruite dalle suore.

Vita in missione
Suor Eleonora fu la seconda superiora della comunità di Alto Alegre. Nelle lettere a madre Maria Francesca e alla superiora provinciale, suor Maria Annunziata, spesso firmate insieme a suor Maria Agnese da Rovagnate, la prima superiora, descrisse le gioie e le sofferenze della vita in missione, soffrendo molto per il ritardo nel ricevere le lettere.
Rimase anche molto legata al suo paese d’origine, instaurando un’intensa corrispondenza col suo maestro elementare. Ad esempio, il 13 novembre 1899 gli scrisse: «Io sono sempre più contenta di essere stata per bontà dei miei Superiori scelta per questa Missione. L’assicuro Sig. maestro che è una grazia di cui mi riconosco indegna».

Il massacro di Alto Alegre
Il 13 marzo 1901, verso le cinque del mattino, la missione di San Giuseppe della Provvidenza fu attaccata da un gruppo di indios armati. Primo a cadere fu padre Zaccaria da Malegno, mentre stava celebrando la Messa nella chiesetta della missione.
Secondo la testimonianza di una bambina di dieci anni, trovata dai soldati e riportata alla missione, riferita da Lupercinio Maranhão nella sua lettera del 16 luglio 1901 a madre Maria Francesca, suor Eleonora e suor Maria si erano nascoste dietro un armadio insieme a padre Rinaldo da Paullo, il superiore della missione. Verso sera gli indios si accorsero che mancava proprio lui: lo trovarono e lo accoltellarono insieme alle due religiose.
Nella strage perirono quindi tre sacerdoti Cappuccini, un fratello laico Cappuccino, sette suore Cappuccine e due Terziari francescani, oltre a più di 250 fedeli, comprese quasi tutte le 44 bambine ospiti del collegio fondato dalle suore.

La memoria
I resti mortali di quelli che sono diventati noti come i “martiri di Alto Alegre” (ossia i Cappuccini, le suore e due collaboratori laici) sono stati traslati nella nuova chiesa di Barra do Corda, costruita nel 1951, a cinquant’anni dal massacro.
Suor Eleonora è ancora oggi ricordata come “martire nelle missioni in Brasile” dai suoi compaesani. Nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Peveragno, su una parete laterale, è appesa una sua grande fotografia.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2017-09-17

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