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Beato Daniele di Ungrispach Oblato cistercense

20 marzo

XIV-XV sec.

La tradizione racconta che Daniele era un ricco commerciante della Carinzia, che grazie ai suoi viaggi a Venezia, aveva conosciuto e fatto amicizia con i religiosi camaldolesi del monastero di San Mattia a Murano. Spesso ospite dei monaci, chiese di essere a loro aggregato come oblato. Ottenuta l’aggregazione poté vivere accanto a loro per oltre vent’anni, godendo della possibilità di attendere ai suoi commerci. Nel 1411, mentre stava dormendo fu aggredito da alcuni assassini e fu strangolato. Dopo la sua sepoltura, qualche tempo dopo il suo corpo venne ritrovato incorrotto e fu esposto alla pubblica venerazione dei cittadini. Riposti i suoi resti, della sua sepoltura non è rimasta più traccia. Nel menologio Camaldolese, la festa e il ricordo per il beato di Ungrispach è fissata nel giorno 20 marzo.



Si può essere commercianti di successo ed essere buoni, generosi, caritatevoli, diventando addirittura beati! Daniele d’Ungrispach, nato a Cormons (Gorizia) nel 1344, è un ricco commerciante di preziosi tessuti di seta e lana, discendente da una nobile famiglia. Si sposa con Orsina Ricchieri, una facoltosa ragazza di Pordenone (Friuli) ed ha una figlia, Lucia. Di questo Comune (a quei tempi sotto il dominio austriaco) diventa, stimato da tutti, il primo podestà.
Sposo e padre esemplare, Daniele si trasferisce a Venezia perché nella città lagunare, allora regina incontrastata dei mari, i suoi affari con l’Oriente possono prosperare. Egli è un uomo molto generoso. Un uomo di fede: crede in Dio e, pur non vestendo l’abito talare, mette in pratica il Vangelo. Egli lavora tutto il giorno occupandosi dei suoi commerci. Tuttavia Daniele non accumula il denaro guadagnato e non lo conserva nei forzieri o nelle banche. I suoi guadagni vengono investiti per incrementare il lavoro e aumentare le entrate, ma anche e soprattutto per finanziare ospizi, orfanotrofi, ospedali, conventi, chiese e aiutare i bisognosi.
Daniele è un uomo d’affari molto impegnato. Eppure trova sempre il tempo per visitare santuari, pregare, leggere la Bibbia e gli scritti di Sant’Agostino dai quali si sente ispirato. Per Sant’Agostino, infatti, ogni cristiano in quanto battezzato è chiamato, ognuno nel suo ambito d’azione, a seguire l’insegnamento di Gesù. E in un convento, presso i camaldolesi di San Mattia nell’isolotto di Murano (Venezia), dopo aver ricevuto il benestare dalla moglie, il commerciante decide di fissare la sua dimora, conducendo una vita da religioso, pur non diventando monaco e continuando ad interessarsi dei suoi fruttuosi commerci. Ogni tanto torna a Pordenone a trovare la moglie e la figlia.
Purtroppo Daniele rimane vittima della malvagità e della cupidigia degli uomini. Nel 1411 viene assalito da alcuni delinquenti perché credono di trovare nella sua cella denaro e gioielli. Accade l’irreparabile e il mercante veneziano viene ucciso. Nel suo testamento Daniele non dimentica la moglie e la figlia lasciando loro del denaro. Diventato molto popolare, si narra di miracoli avvenuti per sua intercessione.


Autore:
Mariella Lentini


Fonte:
Mariella Lentini, Santi compagni guida per tutti i giorni

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Aggiunto/modificato il 2023-02-13

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