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Servo di Dio Domenico Cesari Laico

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Foce di Montemonaco, Ascoli Piceno, 16 dicembre 1912 – Roma, 9 marzo 1949

Uomo dalla grande pietà, durate la sua prigionia ebbe modo di dimostrare la sua carità e bontà cristiana. Forte della sua fede, con l’esempio e la parola cercava di avvicinare tutti a Dio, esortando chiunque nella preghiera e pregando per tutti. Molti compagni di prigionia lo ricorderanno per il suo comportamento pio e devoto.



Domenico Cesari nacque il 16 dicembre 1912 a Foce di Montemonaco un piccolo paese in provincia di Ascoli Piceno, da Giuseppe e Maria Anna Censori.
Era il figlio primogenito.
Domenico trascorse tutta la sua infanzia con i suoi nonni materni, che lo fecero crescere cristianamente all’insegna di una profonda religiosità.
Nel 1923 entrò nel seminario diocesano di Montaldo Marche dove ebbe modo di distinguersi per la sua grande pietà. Rimase in seminario fino al 1930, quando desideroso di diventare missionario, venne accettato nell’Istituto Missionario della Consolata di Torino. Purtroppo per motivi di salute dopo soli quattro mesi dovette lasciare l’istituto.
Ma Domenico non voleva desistere nel realizzare la sua vocazione e nel 1932 entrò nello studentato dei Padri Bianchi di Roma, dove nell’anno seguente venne inviato nella curia generalizia di Algeri.
Ma anche quest’esperienza terminò pochi anni dopo. Infatti nel 1937, venne dimesso dalla società dei Padri Bianchi in quanto non era ritenuto idoneo alla vita religiosa.
Rientrato in famiglia, Domenico Cesari frequentò la scuola allievi ufficiali di Spoleto, da dove fu destinato alla Cirenaica per compiervi il primo servizio.
Verso la fine del 1940, con lo scoppio della guerra venne ferito in un’operazione militare, fatto prigioniero a Porto Bardia e internato in Egitto.
Nel 1942 fu deportato in India presso Bombay per poi venire internato in un capo a Yol nel Punjab alle pendici dell’Himalaia.
Durante tutto il periodo della sua prigionia, Domenico ebbe modo di dimostrare la sua carità e bontà cristiana. Forte della sua fede, con l’esempio e la parola cercava di avvicinare tutti a Dio, esortando chiunque nella preghiera e pregando per tutti.
Molti compagni di prigionia lo ricorderanno per il suo comportamento pio e devoto.
Il 21 giugno 1946, dopo esser stato liberato, tornato in patria ritornò in famiglia a Castelgiuliano di Bracciato. In quel periodo si accontentava di svolgere piccoli e umili lavori in favore di chiunque gli chiedesse una mano.
Nell’autunno del 1947 ottenne un posto di istruttore a Roma nell’orfanotrofio di San Giuseppe gestito dai padri di don Guanella.
Il 30 novembre 1948 lasciò l’impiego perché fu assunto al ministero delle Poste.
Il lavorò durò ben poco, solo pochi mesi, in quando si aggravarono le sue condizioni di salute. Durante la sua debolezza del suo fisico, senza mai lamentarsi per le sue sofferenze, morì in concetto di santità il 9 marzo 1949 all’ospedale Fatebenefratelli di Roma.
Il processo per la beatificazione di Domenico Cesari è stato promosso dalla parrocchia di San Filippo Neri di Castel San Giuliano di Bracciano. L’inchiesta diocesana aperta il 19 ottobre 1967 si è conclusa il 16 dicembre 1971, mentre il decreto sugli scritti è stato emesso il 26 aprile 1974.


Autore:
Mauro Bonato

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Aggiunto/modificato il 2022-09-01

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